Milano, aereo caduto San Donato: fra le vittime un imprenditore italiano con la famiglia
CronacaNessun superstite nello schianto del mezzo privato arrivato nei giorni scorsi da Bucarest. Il pilota e proprietario, doppia cittadinanza romena e tedesca, era Dan Petrescu, un noto investitore immobiliare e uno dei più ricchi magnati della Romania. Aveva 68 anni. A bordo anche la moglie, 65 anni, e il figlio, 30 anni. Tra i morti anche la famiglia del manager pavese Filippo Nascimbene, tra cui il bimbo di poco più di un anno
Sono morti tutti gli otto passeggeri dell'aereo privato YR-PDV, partito dall'aeroporto di Milano Linate e precipitato contro un edificio a San Donato Milanese mentre era diretto a Olbia nel pomeriggio del 3 ottobre. Il proprietario e pilota del mezzo era Dan Petrescu, uno dei principali investitori nel settore immobiliare in Romania, Paese dove era nato e da dove era arrivato l'aereo nei giorni scorsi. A bordo anche la moglie e il figlio di Petrescu. Tra le vittime anche due italiani: il manager pavese Filippo Nascimbene e il figlio di poco più di un anno, sul mezzo insieme alla moglie di Nascimbene, di nazionalità francese, e sua madre (IL TRACCIATO DEL VOLO - LE FOTO DELL'INCIDENTE). L’ottava vittima è Julien Brossard, amico canadese di Dan Stefan Petrescu.
La famiglia Petrescu
Dan Petrescu aveva 68 anni e, grazie ai suoi investimenti immobiliari, era considerato uno degli uomini più ricchi della Romania, con un patrimonio stimato attorno ai 3 miliardi di euro. Era proprietario di molti edifici, venduti negli anni a grandi catene commerciali. Aveva doppia cittadinanza, romena e tedesca: era tornato in patria nel 1989, dopo aver vissuto per anni in Germania, dove si era trasferito per sfuggire al regime di Nicolae Ceausescu. Tra le vittime anche suo figlio, Dan Stefan Petrescu, di 30 anni. Nato a Monaco di Baviera, anche lui con doppia cittadinanza, era stato indicato inizialmente come il pilota del mezzo. A bordo anche la moglie di Petrescu, Regina Dorotea Petrescu Balzat, 65enne nata in Romania con cittadinanza francese, e un amico canadese di Dan Stefan, 36 anni. Secondo la stampa romena, stavano raggiungendo la madre di Petrescu, 98 anni, nella loro villa in Sardegna. L'aereo, acquistato nel 2015, era arrivato a Milano da Bucarest lo scorso 30 settembre.
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La famiglia Nascimbene
A bordo dell'aereo c'erano anche Filippo Nascimbene, 33 anni di origini pavesi ma residente a Milano, e il figlio Raphael, nato nel capoluogo lombardo nel 2020. Madre di Raphael e moglie di Nascimbene è Claire Stephanie Caroline Alexandrescou, 34 anni, nata in Francia, sull'aereo così come sua madre Miruna Anca Wanda Lozinschi, romena di 65 anni con cittadinanza francese.
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Cosa è successo
L’aereo, un monoplano Pilatus Pc-12, era decollato dallo scalo di Linate alle 13:04:12. Alle 13:07:56, a pochi chilometri di distanza da dove era partito, si è schiantato contro una palazzina in via 8 ottobre 2001, nel comune di San Donato Milanese. All’interno dell’edificio, adibito a uffici e parcheggio di bus e che era in ristrutturazione, non c'era nessuno. Secondo il tracciato del volo, disponibile sul sito di monitoraggio del traffico aereo Flightradar, pochi secondi prima di precipitare il mezzo viaggiava a circa 1.631 metri di altezza, alla velocità di 257 chilometri orari. Alle 13:07:23 inizia a perdere quota e la velocità aumenta fino a raggiungere anche i 360 chilometri orari. Sei secondi prima dell’impatto, viaggia a 270 chilometri all’ora, a un’altezza di 1.143 metri. Stando a quanto raccontano alcuni testimoni, al momento della caduta “l’aereo aveva un motore in fiamme”, che si sono poi estese a tutta la palazzina colpita.
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Inchiesta per disastro colposo
Dopo i primi rilievi, il procuratore aggiunto di Milano, Tiziana Siciliano, ha dichiarato che verrà aperto un fascicolo per disastro colposo. Durante il breve volo, ha spiegato il magistrato, non sarebbe stato segnalato nessun allarme da bordo, ma sarebbe invece apparsa “un’anomalia sulle tracce del radar”, prima che l’aereo precipitasse. A chiarire la dinamica dei fatti potrebbero essere le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona che sono già state acquisite dagli inquirenti. In ogni caso, precisa Siciliano, “è troppo presto per qualsiasi ipotesi” sui motivi dello schianto.