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Il Green pass divide la Lega. Ma ecco perché una scissione è improbabile

Cronaca

Gaia Mombelli

L'addio dell'europarlamentare Francesca Donato al suo partito, apre la questione delle divisioni interne della Lega. Salvini da una parte e Giorgetti con i governatori del nord dall'altra. Il partito è dunque ad un passo dalla scissione? 

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Visioni diverse, opinioni contrastanti, ma anche l'esigenza di tenere unite le aspettative di un elettorato più ampio, articolato, di tipo nazionale.

L'addio di Francesca Donato, l'europarlamentare no vax, riaccende i riflettori sulla Lega,  un partito che negli ultimi anni non ha cambiato solo il nome, ma anche l'identità originaria. 

Con la trasformazione voluta da Salvini in partito a vocazione nazionale le radici sulle quali la vecchia Lega di Bossi si è retta per un ventennio non erano più sufficienti. Inoltre per un partito che ha sfiorato il 34 % alle elezioni europee del 2019, i temi strettamente legati, per dirla col Senatur, all'identità padana sono retrocessi in secondo piano.

I temi divisivi

Così su un tema divisivo come quello dei vaccini, emergono le divisioni interne alla Lega che rispecchiano le due identità di un partito che si è esteso al sud senza il pieno consenso del nord.
E al suo interno ci sono esponenti che interpretano a gran voce le richieste di quel settentrione che vuole tornare alla normalità dopo la pandemia, che vuole tornare ad essere competitivo in europa e vuole giocare la partita dei fondi del Pnrr. Insomma, Lega di lotta e di governo. Ma che non è tutto il nord, e lo conferma l'aumento di consensi di Giorgia Meloni in quel territorio.
Il ministro dello sviluppo Giorgetti e i governatori del nord, Zaia, Fedriga e Fontana, sono tra i più attenti - anche per il loro ruolo istituzionale - alle richieste del nord produttivo .
Richieste che sempre più spesso, ultimamente, sono in contrasto con le posizioni del leader Matteo Salvini, in bilico tra queste esigenze pur condivise, ma anche alla ricerca di un equilibrio con quegli esponenti interni considerati da molti, anche nel partito, estremisti che però hanno soddisfatto una discreta fetta di elettorato negli anni con le loro posizoni borderline sull'euro, sul fisco ed ora anche sui vaccini.

I primi nomi che vengono mente sono Borghi, Bagnai e Siri.

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Sarà scissione?

Improbabile che il partito si possa scindere. Un eventuale congresso - per quel che emerge al momento - confermerebbe Salvini a pieni voti segretario, e una scissione ha bisogno di un leader disposto anche a perdere. 

Quanto le due anime della Lega possano convivere è difficile da stabilire. Tuttavia l'impressione è che sia più facile trovare un compromesso che avviare una battaglia.

Il tweet di Salvini nella serata di martedì

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