Tra le principali motivazioni dell'eurodeputata, il sostegno del Carroccio al governo Draghi e la votazione sull'obbligo del Green pass. Nelle chat di Whatsapp pubblicate da Repubblica l'ipotesi di una scissione all'interno del partito di Salvini prende quota
Francesca Donato, eurodeputata eletta nel 2019, lascia la Lega. Come ha scritto sul suo blog personale: “La mia scelta è maturata dopo mesi in cui i valori in cui credo fermamente sono stati sempre più calpestati dai provvedimenti presi dal governo nazionale, di cui la Lega fa parte”. La linea del ministro Giorgetti sull’obbligo Green pass, quindi, non sembra aver messo tutti d’accordo all’interno del Carroccio, in cui si inizia a parlare di una possibile scissione.
Le voci contrarie
“Non pensate che le voci contrarie siano solo quelle di Borghi, Bagnai o Siri”, ha raccontato in un’intervista a Repubblica, “C’è un forte dissenso interno: potrà verificarsi pure una scissione”. Ipotesi che prende forza dalle chat Whatsapp interne alla Lega, pubblicate ancora da Repubblica, in cui Donato parla con Zanni, altro europarlamentare eletto con la Lega, il 16 settembre giorno del Consiglio dei ministri sul Green pass: "Non potrà durare molto", dice di Matteo Salvini, "vedrai che qualcosa succederà".
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Tweet e retweet
Non ha mai accettato l’appellativo di no vax, tuttavia Donato nei suoi profili social ha spesso manifestato dubbi, più o meno fondati, circa la loro efficacia. Su Twitter, ad esempio, aveva definito qualche giorno fa come “una barzelletta” le affermazioni pro vax della figlia del medico Leonardo Ditta, morto di Covid nonostante il vaccino, e che: “Siamo immersi in un clima di odio e propaganda a senso unico”. L’eurodeputata si è poi scusata: “Non intendevo affatto offendere né la figlia del medico morto, né la sua famiglia”. Rimangono, tuttavia, tweet e retweet in cui si accusa il governo di aver approvato “la legge più fascista e ignobile dal dopoguerra” (quella sul Green pass), e in cui paragona le misure adottate per regolare l’accesso a determinati luoghi come un provvedimento del 1933 a firma Adolf Hitler.
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Quale futuro?
"Non intendo creare ulteriori imbarazzi o problemi al Segretario federale o ad altri con le mie dichiarazioni o iniziative dissonanti rispetto alla linea indicata dal vertice", continua Donato sul blog. Ora si attende una sua prossima mossa. Alcuni la vorrebbero all’interno di Fratelli d’Italia, viste alcune considerazioni circa il “coraggio e lungimiranza” che secondo lei avrebbe avuto Giorgia Meloni a non entrare nel governo. Da valutare anche quello che sarà il destino della Lega e se continuerà a percorrere la strada filo-governo tracciata da Giorgetti.