Lgbtq+, il questionario di We School: studenti e docenti sono pronti a parlarne in classe

Cronaca

Survey di WeSchool sui temi dell’omofobia, della bifobia e della transfobia. Il 75% degli intervistati vorrebbe parlarne durante le lezioni, ma molti dichiarano di non sapere a chi chiedere aiuto di fronte a episodi di violenza o esclusione

Le tematiche LGBTQI+ a scuola non devono essere un tabù. La pensano così tre intervistati su 4 (il 75,5%) nella prima rilevazione nazionale su questi temi effettuata all’interno delle scuole e riservata a chi, in quest’anno difficile, ha frequentato fisicamente e virtualmente le classi della scuola secondaria. Una fotografia scattata con i dati ricavati da WeSchool, protagonista italiano della didattica innovativa. Un questionario di 12 domande a cui più di 3.199 docenti e studenti hanno scelto di rispondere.

 

Temi da affrontare a scuola per il 75,5% degli intervistati

Il 75,5% degli intervistati sono molto o abbastanza convinti che orientamento sessuale, identità di genere e omobitransfobia debbano essere tematiche oggetto di lezioni o di dibattito a scuola. Il 76,8% afferma di conoscere il significato della sigla LGBTQI+, così come afferma di conoscere la differenza tra genere, sesso e orientamento sessuale (71%).

Frequenti gli episodi di omofobia

Dalla survey di WeSchool sembra che gli episodi di omofobia siano frequenti: il 18,6% degli intervistati ha vissuto momenti di esclusione o addirittura di violenza all’interno delle mura scolastiche, mentre il 24,6% afferma di aver assistito a eventi di questo tipo. E docenti e studenti saprebbero come rispondere a episodi di omobitransfobia? Dalla survey di WeSchool emerge l’incertezza su come comportarsi: più della metà degli intervistati infatti non saprebbe a chi rivolgersi per chiedere aiuto. 

Palermo. MUSUMECI IN CONFERENZA STAMPA PRESENTA IL PIANO COVID SICILIA. nella foto: il Presidente della Regione Nello Musumeci (Palermo - 2020-09-16, Alberto Lo Bianco) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

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We School: ora di Educazione civica contesto giusto per questi temi

"Per i docenti è difficile parlarne perché si tratta di argomenti complessi, estremamente delicati e non sempre codificati dai libri di testo, ma in realtà il contesto adatto c’è già, con il nuovo insegnamento obbligatorio dell’Educazione civica, e gli studenti ne sarebbero entusiasti commenta Marco De Rossi founder di WeSchool. "A partire da settembre formeremo i Prof interessati e forniremo i contenuti per affrontare questi argomenti, sempre nel rispetto dell’autonomia della missione educativa del docente, che deciderà come e se portare il tema in classe".

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