Scuola: da test salivari a precari, i nodi da sciogliere prima dell’inizio del nuovo anno
Sono diversi i temi in ballo in vista del prossimo anno scolastico. Su tutto pesa l’incognita Covid. Si discute di come garantire le lezioni in presenza e in sicurezza: con il personale scolastico che dovrebbe essere vaccinato, si aspetta di conoscere se saranno utilizzati i test salivari per uno screening periodico tra gli alunni. Tra gli obiettivi - alcuni meno fattibili di altri in tempi brevi - anche lo stop alle classi pollaio, il potenziamento dei trasporti, la stabilizzazione dei docenti, la digitalizzazione
Mentre l’anno scolastico sta per finire, si pensa già ai nodi da sciogliere in vista del prossimo: dalle lezioni in presenza ai precari, dalle regole anti-Covid ai trasporti, ecco quali sono le incognite e i temi di cui si discute
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Se prima dell’inizio dello scorso anno si discuteva di scuole chiuse per l’emergenza Covid, dad e banchi a rotelle, in vista del prossimo i temi sono le lezioni in presenza e in sicurezza, il tracciamento e i test salivari, lo stop alle classi pollaio, la ddi (didattica digitale integrata), i precari, il potenziamento dei trasporti
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Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale dei presidi, ha già fatto sapere che alcuni degli obiettivi posti dal governo per il nuovo anno sono difficilmente realizzabili. Anche perché le carenze del sistema scolastico italiano non sono nate con la pandemia, ma di certo sono state aggravate da essa. I ritardi vengono da lontano, da decenni di scarsi investimenti. Ma adesso, nell'era Draghi, il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi ha assicurato di avere l’intenzione di recuperare
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Per la scuola arriveranno anche delle risorse ingenti con il Piano di ripresa e resilienza: sono previsti, infatti, per il settore dell'Istruzione e della ricerca 30,88 miliardi. E prima c’è anche il “Piano per l'estate”: 510 milioni di euro, un “ponte” - per usare la parola scelta dal ministro - che dovrebbe portare i ragazzi verso l'anno prossimo aiutandoli a recuperare socialità e rafforzare apprendimenti
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E se i temi sono classi pollaio, precari, digitalizzazione ma anche a latere il nodo dei trasporti che inciderà sulla ripresa delle lezioni in presenza, su tutto pesa l'incognita numero uno, quella del Covid. A settembre la situazione dovrebbe essere maggiormente sotto controllo, dal momento che l'andamento della campagna vaccinale procede a buon ritmo e che è ripresa anche la vaccinazione del personale scolastico
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Al momento la percentuale del personale scolastico vaccinata è al 70%, la previsione del ministro dell’Istruzione è che a settembre avranno ricevuto tutti il vaccino. È ancora incerta, invece, la possibilità che vengano vaccinati pure i più piccoli: l'Ema sta lavorando proprio sull'ipotesi di immunizzare gli under 15
Altra incognita riguarda i test salivari: si aspetta di conoscere se e come saranno utilizzati per effettuare quello screening periodico necessario per avere contezza dell'andamento dei contagi in ambiente scolastico
Altro nodo è quello relativo ai precari. Non si sa se da settembre l'anno scolastico partirà, come sempre, con il problema delle cattedre vuote o se, come sembra, ci possa essere la svolta tanto attesa dai docenti che da anni ormai insegnano con contratti a termine
Il ministero, insieme al premier Mario Draghi e al Mef, sta cercando di trovare una soluzione a questo problema: forse arriverà un provvedimento per stabilizzare i 200mila precari, mentre tra le ipotesi ci sarebbe anche quella di prevedere una formazione continua durante l'anno e una valutazione finale. L'obiettivo del ministro Bianchi è di arrivare a un sistema a regime con concorsi annuali
Al momento, comunque, non ci sono certezze. Il Pnrr prevede la "riforma del sistema di reclutamento dei docenti" e nel testo si spiega che "l'attuale sistema richiede una revisione finalizzata a poter coprire, con regolarità e stabilità, le cattedre disponibili con insegnanti di ruolo". Sui tempi si legge che "il processo normativo sarà avviato nel 2021 e concluso nel 2022"
Un altro nodo, di cui si discute da anni, è quello delle classi troppo numerose. L'obiettivo di non avere più le cosiddette classi pollaio c'è, anche nel Pnrr, ma per riuscire a raggiungerlo servono più aule: per quanto siano previsti fondi per l'edilizia scolastica, i tempi plausibili non sono quelli di 2 o 4 mesi. È già stato destinato un miliardo e 125 milioni alle Province per intervenire su edilizia e messa in sicurezza delle superiori
Nel Piano di ripresa e resilienza si legge che si vuole arrivare alla "riduzione del numero degli alunni per classe" e che il "processo normativo sarà avviato dal ministero dell'Istruzione e concluso nel 2021"
È in programma anche un potenziamento delle infrastrutture scolastiche, la riqualificazione e messa in sicurezza degli asili e delle scuole d'infanzia, per i quali sono previsti 4,6 miliardi (un progetto che tra l'altro consentirà, si legge nel Piano, la creazione di circa 228mila posti). E ancora: "Si prevedono importanti investimenti di carattere infrastrutturale sia per digitalizzare gli ambienti di apprendimento sia per colmare le carenze degli edifici scolastici in termini di sicurezza ed efficienza energetica"
Si punta, ma ci vuole del tempo, anche ad attivare una “digitalizzazione” maggiore, che si traduce da un lato in un miglioramento delle competenze digitali dei prof e dall'altro lato in ambienti scolastici tecnologicamente più innovativi. Strettamente connessa a questo tema è la ddi, la didattica digitale integrata che servirà a far tesoro e a non buttare via l'esperienza della didattica a distanza su cui si sono dovuti misurare tutti, insegnanti e studenti, nel corso di quest'anno segnato dalla pandemia
A latere, come detto, c'è il nodo trasporti. Su questo fronte sono operativi i tavoli dei prefetti e un lavoro portato avanti dai diversi ministeri coinvolti - Istruzione, Affari Regionali, Interno, Infrastrutture e Trasporti - assieme alle Regioni e agli enti locali, per organizzare la gestione del trasporto pubblico anche in relazione agli orari di ingresso e di uscita da scuola, orari che potrebbero rimanere scaglionati anche il prossimo anno proprio per evitare assembramenti
Infine, non ci sono certezze neppure sulla data della ripresa delle lezioni a settembre. A stabilirla, più avanti, saranno le Regioni anche se l'auspicio del ministro Bianchi è che si arrivi a una data condivisa tra il 10 e il 15 settembre. In ogni caso, dal 1 settembre gli istituti saranno aperti per la fase dell'accoglienza