Il tesoriere e la copresidente dell'Associazione Luca Coscioni erano accusati di aiuto al suicidio offerto al 53enne malato di sclerosi multipla deceduto in una clinica in Svizzera il 13 aprile 2017
Assolti. Mina Welby e Marco Cappato sono stati assolti dai giudici della Corte d’Assise d’Appello dall’accusa di aiuto al suicidio offerto al 53enne Davide Trentini, malato di sclerosi multipla, deceduto in una clinica in Svizzera il 13 aprile 2017. Viene dunque confermata la sentenza di assoluzione di primo grado.
Erano accusati di aiuto al suicidio
In primo grado a Massa, nel luglio scorso, Welby e Cappato, rispettivamente copresidente e tesoriere dell'associazione Luca Coscioni, che si autodenunciarono nei giorni successivi alla morte di Trentini, furono assolti, dopo che il pm Marco Mansi aveva chiesto i minimi di legge, 3 anni e 4 mesi. La procura fece poi ricorso sull'assoluzione. Immediato il commento di Marco Cappato postato anche sulla sua pagina Facebook (ASCOLTA LE SUE PAROLE): “Davide Trentini – scrive - aveva tutti i requisiti individuati dalla Corte costituzionale, incluso il sostegno vitale, identificato nei trattamenti farmacologici”.
Raccolta firme su referendum eutanasia
Cappato rilancia poi la campagna di raccolta firme sul referendum eutanasia che prevede l’abrogazione parziale dell’Articolo 579 del Codice penale, che riguarda l’omicidio del consenziente. Parziale è l’abrogazione poiché si chiede che rimangano intatte le aggravanti nel caso in cui vengano coinvolte persone fragili. “Per tutte le altre persone gravemente malate – scrive Cappato - andiamo avanti, raccogliendo le 500.000 firme a luglio, agosto e settembre. Se anche tu vuoi essere libero fino alla fine, attivati su referendum.eutanasialegale.it.
Avvocato: sentenza importante, ma i malati soffrono
"È una decisione importante ed è stato importante anche sentire le conclusioni della procura generale che ha chiesto la conferma dell'assoluzione e che ha ribadito che esistevano i requisiti affinché Marco Cappato e Mina Welby fossero assolti". Queste le parole di Filomena Gallo, legale che ha presieduto il collegio di difesa nel processo di secondo grado contro il tesoriere e la copresidente dell'associazione Luca Coscioni. Il pg, ha detto Gallo, ha sottolineato che "il malato Davide Trentini era affetto da patologia irreversibile che produceva gravi sofferenze, capace di autodeterminarsi e con trattamenti di sostegno vitali, che non sono solo quelli di essere attaccati a un macchinario, ma anche quelli farmacologici. Oggi - ha poi
ricordato il legale - ci sono malati che soffrono e sono esclusi dal poter decidere sul proprio fine vita e ottenere aiuto per porre fine alle proprie sofferenze".