
Spettacoli e concerti, le proposte di Franceschini al Cts per la ripresa
Il ministro ha presentato sul tavolo del Comitato le richieste per la ripartenza dopo lo stop imposto dal coronavirus: una pagina in cui si prevede di aumentare la capienza dall'attuale 25 al 50%, con un massimo di 500 spettatori al chiuso e 1.000 all'aperto, e si propone di consentire l'organizzazione sperimentale di grandi eventi, anche con 5mila spettatori, purché ci si doti di ulteriori precauzioni. In attesa del parere degli esperti, malumori degli addetti del settore soprattutto sui numeri del pubblico

Il ministro della Cultura Dario Franceschini ha presentato sul tavolo del Cts le richieste per la riapertura degli spettacoli dal vivo, dopo lo stop imposto per contenere l’emergenza coronavirus
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Le proposte del ministro dovranno ora essere valutate dagli esperti, che potrebbero esprimersi sulla questione già nella riunione prevista per venerdì. Franceschini ha spiegato che la situazione così "non è più sostenibile" e ha sottolineando che senza spettacolo non si vive: "Al pari della scuola, deve essere considerato essenziale per la vita dei cittadini"
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Il ministero della Cultura, dopo il via libera del governo alla presenza del 25% di tifosi all'Olimpico per Euro 2020, ha precisato che “Franceschini ha chiesto che, nel caso in cui si dovessero autorizzare eventi sportivi con pubblico, le stesse regole dovrebbero riguardare i concerti e gli spettacoli negli stadi o in spazi analoghi"
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Nell’attesa delle valutazioni degli esperti, comunque, crescono i malumori nel mondo dello spettacolo e sono tanti gli artisti - italiani e stranieri - che nel dubbio hanno deciso di annullare i loro live o di rinviarli. Uno dei punti su cui si discute di più è il pubblico, o meglio il numero di persone consentite nei locali e nei teatri
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Da una parte c’è il pop che spiega di non riuscire a ripartire se non si consente una capienza "almeno al 65%"; dall’altra le associazioni di settore che insistono su una valutazione che non imponga limiti ma tenga conto piuttosto dell'ampiezza dei locali e delle misure di sicurezza; dall’altra ancora la lirica che guarda alle sue numerose maestranze e invoca un rush del piano vaccinale per mettere in sicurezza cori, orchestre, corpi di ballo
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La sintesi che il ministro Franceschini ha inviato ai tecnici del Comitato per aiutare la ripartenza di questo settore è contenuta in una sola pagina
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Prevede di aumentare la capienza dei luoghi dello spettacolo dall'attuale 25 al 50 per cento, con un massimo di 500 spettatori al chiuso e 1.000 all'aperto

Propone poi di consentire l'organizzazione sperimentale di grandi eventi, anche con 5mila spettatori, purché ci si doti di ulteriori precauzioni, sul modello del concerto che si è tenuto di recente a Barcellona con i 5mila spettatori tutti sottoposti preventivamente a tampone e tutti con mascherina Ffp2
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Nel documento presentato al Cts, però, non si parla né di tamponi né di mascherine. Non si scende nel dettaglio, insomma, immaginando che nel caso di grandi eventi gli organizzatori dovranno avviare un confronto con la Regione e con il ministero della Salute, con i quali concorderanno le eventuali misure da mettere in campo

Dalla musica alla prosa, però, sembrano tutti convinti che le proposte del ministro non possano bastare, che i numeri indicati da Franceschini non siano la soluzione più felice, soprattutto in vista di una primavera e di un'estate che in tanti si augurano più libera dalla pandemia e dalle regioni in rosso e arancio

"Dalle nostre analisi, riteniamo che si possa lavorare al 65% della capienza", dice Vincenzo Spera, presidente di Assomusica. "L'anno scorso non ci sono state criticità né focolai su mille spettacoli che abbiamo monitorato", aggiunge

Claudio Trotta, portavoce di #ricominciamo, un cartello di oltre 80 realtà del settore che ha lavorato mesi alla stesura di un protocollo che consentisse una riapertura in sicurezza, ringrazia il ministro ma rimane convinto che la capienza degli spazi dove si svolgono spettacoli ed eventi debba "essere determinata localmente sulla base delle dimensioni e delle caratteristiche" di ogni singolo locale o spazio all'aperto

Punta poi il dito sul carattere "sperimentale" sottolineato dal ministro per i grandi eventi: "Non c'è nessun bisogno di sperimentare", dice, "se ci sono protocolli, si attuano come si è sempre fatto anche negli altri settori", tanto più che già di base in Italia, ricorda, "il mondo dello spettacolo è ampiamente regolamentato, con leggi per la sicurezza per la tutela del pubblico e dei lavoratori che sono tra le migliori al mondo"

Sulla stessa linea Francesco Giambrone, sovrintendente del Massimo di Palermo e presidente dell'Anfols, l'associazione che riunisce le 14 fondazioni liriche italiane, che ricorda anche le necessità particolari dei teatri d'opera, dove per montare uno spettacolo lavorano centinaia di persone e dove il problema principale è proprio quello di garantire la sicurezza dei lavoratori. "La priorità per noi è vaccinare il più possibile", dice

"Se è possibile accedere in uno stadio con 16mila persone per il calcio, deve essere possibile anche per un concerto. È una questione di principio, il mondo della cultura non può essere trattato in questo modo", dice invece Enzo Mazza, ceo di Fimi (Federazione dell'industria musicale italiana), che parla di "discriminazione" e chiede l'apertura immediata di "un tavolo di confronto per ottenere quanto meno un trattamento equivalente"