
Covid, Brescia e provincia in zona arancione rafforzata: cos'è e quali sono le limitazioni
Stesso provvedimento per 8 comuni in provincia di Bergamo e uno nel Cremonese. Previste ulteriori restrizioni, rispetto a quelle indicate per la fascia arancione, come - ha spiegato Moratti - la "chiusura anche delle scuole d’infanzia ed elementari e il divieto di spostamento nelle seconde case". Bertolaso: "A Brescia siamo di fronte alla terza ondata"

Tutta la provincia di Brescia e alcuni comuni della provincia di Bergamo e Cremona vanno in zona arancione rinforzata. L'ordinanza, che è stata firmata dal governatore Fontana, entra in vigore dalle 18.00 di martedì 23 febbraio fino al 2 marzo (con eventuale proroga sulla base dell'evoluzione del contesto epidemiologico)
Covid, Moratti: "A Brescia zona arancione rafforzata"
Ad annunciare l'ingresso in zona arancione è stato l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti, che ha spiegato che l’ordinanza prevede ulteriori misure rispetto a quelle della normale area di rischio moderato
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I territori che diventano zona arancione rinforzata (mentre la Lombardia è in zona gialla) sono tutta la Provincia di Brescia e i comuni di Viadanica, Predore, Adrara San Martino, Sarnico, Villongo, Castelli Caleppio, Credaro e Gandosso in provincia di Bergamo e Soncino, in provincia di Cremona
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La normale zona arancione attualmente prevede: spostamenti consentiti solo all'interno del proprio Comune, dalle 5 alle 22; divieto di uscita notturna dalle 22 alle 5; consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione e nelle seconde case ubicate dentro e fuori regione; permesso di visita a un'altra casa una volta al giorno per massimo 2 persone adulte; lezioni in presenza nelle scuole di primo e secondo grado con almeno il 50% degli alunni in classe alle superiori
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Sempre la zona arancione prevede: bar e ristoranti possono aprire solo per effettuare servizio d'asporto o consegna a domicilio; i negozi al dettaglio sono aperti, chiusi nel week end i centri commerciali; chiusi i musei e gli altri istituti e luoghi della cultura così come le palestre e le piscine

Alle restrizioni previste per la normale zona arancione, si aggiungono la sospensione della didattica in presenza nelle scuole primarie e secondarie di primo grado e secondo grado, nonché nelle scuole dell'infanzia e nelle università. Resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza per gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali. È inoltre vietato ai residenti di recarsi presso le seconde case. È fortemente raccomandato, inoltre, dove sia possibile, lo smart working

“Considerata l'ultima accelerazione - ha aggiunto la vicepresidente - nella provincia di Brescia, con l'aggravante delle varianti che nell'area sono presenti al 39% del totale dei casi, abbiamo concordato col ministero della Salute una strategia di mitigazione e contenimento del contagio”

“A Brescia evidentemente ci troviamo di fronte alla terza ondata”, sono invece le parole di Guido Bertolaso al Consiglio regionale della Lombardia, dove ha spiegato che il direttore dell'assessorato al Welfare Giovanni Pavesi "ha elevato il livello di attenzione delle rianimazioni da tre a quattro”

Il 23 febbraio a Brescia i nuovi positivi sono stati 506, meno solo di Milano in Lombardia, mentre l'incidenza settimanale dei contagi in rapporto alla popolazione supera la soglia critica di 250 ogni 100mila abitanti. Valore che farebbe scattare la zona rossa. Negli ultimi giorni nella provincia bresciana il dato ha superato quota 300

Il 16 gennaio i pazienti covid ricoverati in ospedale erano 556, il 19 febbraio sono diventati 740 e il 22 febbraio sono 780

Per quanto riguarda i dati, registrati il 23 febbraio, sui nuovi contagiati in Lombardia per provincia: a Milano sono stati 532 di cui 223 a Milano città, a Bergamo 126, a Brescia, appunto, 506. A Como 313, Cremona 51, Lecco 48, Lodi 45, Mantova 95, Monza e Brianza 143, Pavia 104, Varese 425, Sondrio 39

Attualmente in Lombardia sono state attivate zone rosse a livello locale, ovvero relative a singoli comuni. In codice di alto rischio ci sono i comuni di Bollate, in provincia di Milano; Castrezzato, in provincia di Brescia; Mede, in provincia di Pavia; Viggiù, in provincia di Varese

Dato l’aggravarsi della situazione nell’area di Brescia e Bergamo, si starebbe pensando anche a una rimodulazione della strategia vaccinale in Lombardia. Moratti ha detto che “verranno concentrate, nei limiti del possibile e delle linee guida del ministero, le attività di vaccinazione. In particolare partendo dai comuni al confine tra la provincia di Brescia e di Bergamo con presenza importante di focolaio di contagio legato alle varianti e situazione di tensione legata alla saturazione delle Terapie Intensive locali”
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