Covid Lombardia, sindaco Brescia: “I dati sono all'attenzione del Cts”

Lombardia

"I dati di Brescia sono all'attenzione del Cts nazionale che farà valutazioni. Sono pienamente cosciente che c'è un aumento dei casi", ha detto oggi il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, che ha riferito di aver parlato con il governatore Attilio Fontana circa la situazione nella sua città

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La provincia di Brescia con 427 nuovi contagi è la più colpita, per rapporto tra il numero di nuovi casi e popolazione, nelle ultime 24 ore. "I dati di Brescia sono all'attenzione del Cts nazionale che farà valutazioni a breve. Sono pienamente cosciente che c'è un aumento dei casi", ha detto oggi il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, che ha riferito di aver già parlato con il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana sulla situazione della sua città.

Nelle ultime ore in Lombardia si registrano 1.491 nuovi contagi a fronte di 17.871 tamponi effettuati, il rapporto tra casi positivi e test eseguiti è del 8,3%. (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI)

18:05 – In Lombardia si registrano 1.491 contagi su 17.871 tamponi

Rimane la provincia di Brescia, rispetto ai nuovi casi di covid, la provincia più colpita nelle ultime 24 ore nel rapporto positivi-popolazione, mentre la percentuale in Lombardia tamponi-positivi è dell'8,3%. In regione, su 17.871 tamponi (di cui 15.319 molecolari e 2.552 antigenici) i nuovi casi positivi sono 1.491 (di cui 53 'debolmente positivi'). Aumentano di cinque unità i ricoverati in terapia intensiva, 391, mentre i ricoverati non in terapia intensiva sono 3.826 (+85). I morti sono stati 45, in totale 28.103 (+45) Per quanto riguarda i dati per provincia: a Milano sono stati 509 di cui 184 a Milano città, a Bergamo 186, a Brescia, appunto, 427. A Como 18, Cremona: 31, Lecco: 48, Lodi 19; Mantova 34; Monza e Brianza, 109, Pavia 40, a Varese 34, a Sondrio nessuno

17:55 - Scuole chiuse in un altro Comune del Pavese

Un altro comune del Pavese ha deciso di chiudere le scuole, in seguito ad un aumento di contagi per il Covid registrato negli ultimi giorni. Dopo i casi di Mede (Pavia), uno dei quattro centri per i quali la Regione Lombardia ha deciso di introdurre la "zona rossa" sino al 24 febbraio, e Casorate (Pavia), anche l'amministrazione comunale di Linarolo (Pavia) ha stabilito la chiusura della scuola elementare e della media sino a lunedì 8 marzo. Il provvedimento è stato adottato con un'ordinanza firmata dal sindaco Paolo Mario Fraschini.

17:50 – Bocconi, trovati casi positivi: Residenza Spadolini in quarantena

Ci sono alcuni casi positivi e quindi sono stati tutti posti in quarantena i circa 170 studenti della Residenza Spadolini, uno dei pensionati dell'università Bocconi di Milano. In occasione della partenza del secondo quadrimestre, l'ateneo ha infatti sottoposto a tampone rapido tutti i suoi studenti, a partire appunto da quelli presenti alla Spadolini, e, da quanto si appreso, non sarebbero pochi i casi di positività riscontrati che dovranno ora essere confermati dal tampone molecolare. In attesa della conferma, l'ateneo ha comunque deciso di mettere in quarantena tutta la residenza, una delle 8 in cui vengono ospitati gli studenti della Bocconi. La Residenza Spadolini si trova in viale Spadolini, a circa 10 minuti dalla sede principale dell'università Bocconi e dei 260 posti disponibili nei suoi appartamenti, al momento ne risultano occupati circa 170. Dalla fine della scorsa estate, l'ateneo milanese ha messo a punto un protocollo che prevede uno screening di massa, ovviamente su base volontaria, all'inizio di ogni semestre per tutti i suoi studenti, a partire da quelli presenti nelle sue residenze e poi, da lunedì prossimo, per tutti coloro che frequentano l'ateneo, compreso ovviamente il corpo docente. Il 4 febbraio la Bocconi è stata la prima università a Milano a ripartire con il secondo semestre, con il 70% delle lezioni effettuate in presenza oltre che on line, con circa il 25% degli studenti iscritti che hanno deciso di seguirle in classe.

17:20 – Bertolaso: “Bisogna lavorare insieme e fare squadra”

"Sicuramente ora la presenza in Umbria di medici e infermieri della Lombardia, ad un anno dall'inizio di questa drammatica esperienza, sta a significare che bisogna lavorare tutti insieme e fare squadra, che non bisogna dividersi perché problema e obiettivi sono uguali per tutti": lo ha detto Guido Bertolaso, consulente per l'emergenza Covid della presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, che ha accompagnato oggi il personale sanitario proveniente dalla Lombardia che sarà ora di supporto anche all'ospedale di Perugia per le prossime settimane. Bertolaso a sua volta ha accolto e ringraziato gli operatori "per il loro spirito e la loro disponibilità alla collaborazione in questo momento di emergenza", ricordando che tra le Regioni la Lombardia è stata al momento quella "più attiva" in merito alla richiesta di aiuto dell'Umbria per fronteggiare questa fase delicata dell'emergenza sanitaria. "È ovvio che anche la mia presenza è stata utile - ha aggiunto - visto che mi sento molto legato all'Umbria. Il fatto di essere andato a lavorare in Lombardia non significa che io abbia dimenticato quelli che sono i problemi di questa regione e la prova è proprio l'arrivo di questo contingente di sanitari. Il 10 di febbraio mi è stato chiesto di dare una mano e oggi si hanno qua medici e infermieri lombardi". Bertolaso ha poi voluto sottolineare che "lavorare significa stare dietro le quinte" perché "chi sta davanti probabilmente è uno che chiacchiera e non ha tempo per fare le cose concrete". "Questo approccio, che mi sembra sia quello indicato anche dal nuovo presidente del consiglio Draghi - ha detto -, noi lo abbiamo sempre seguito e continueremo a farlo". In Umbria, relativamente al piano emergenza Covid, quello delle varianti è stato per Bertolaso il "vero problema" in quanto per quello che riguarda il piano di salvaguardia "che era stato immaginato e approvato a novembre poi è stato realizzato e ha permesso di contenere qui quella che sarebbe stata una situazione ancora peggiore e più difficile". Il problema di questo territorio, ha ribadito, "è stato l'imprevedibile diffondersi delle varianti che stanno creando problemi e sul quale bisogna intervenire in maniera più diretta e puntuale, ora anche grazie ai sanitari lombardi". Relativamente invece alla gestione in Umbria dell'emergenza, secondo Bertolaso "quello che manca soprattutto sono i vaccini". "Sicuramente - ha proseguito - bisognava organizzare meglio la partenza dell'ospedale da campo con una pianta organica tale da farlo attivare appena installato. Però ripeto, con l'arrivo delle varianti che hanno scombussolato un sistema già organizzato ci sta che si possa perdere un attimo di tempo".

16:00 – Vaccini, Bertolaso: “Ci vuole un robusto cambio di rotta"

Ci vuole un "robusto cambio di rotta" per il piano vaccini nazionale secondo Guido Bertolaso. "Non si combatte il virus stando dietro ad una scrivania aspettando che qualcuno risolva i problemi" ha affermato oggi all'ospedale di Perugia guidando il contingente dei 19 medici e infermieri volontari che la Lombardia ha inviato in Umbria per rispondere alla richiesta di aiuto per affrontare l'emergenza sanitaria. "Bisogna identificare bene gli obiettivi, stabilire quelli che sono i tempi per vaccinare le persone che ne hanno più bisogno ed identificare le categorie a rischio anche sulla base di quelle che sono le situazioni epidemiologiche" ha commentato Bertolaso per poi aggiungere: "Vi sono aree dell'Italia che hanno maggiore bisogno di vaccinazione rispetto ad altre e quindi bisogna avere il coraggio di fare delle scelte e non delegare sempre tutto a livello regionale e al personale medico perché questo significa di fatto mancare di una linea operativa precisa a livello nazionale". Secondo Bertolaso, infatti, "non si sta parlando di una scatola di scarpe che si ordina su Amazon e che se per caso non arriva uno sta lì tranquillo ad aspettare". "In materia di vaccini - ha detto - bisogna essere proattivi, bisogna lavorare con le imprese che li producono e costringerle a rispettare quelli che sono stati gli impegni presi. Bisogna muoversi prima e non aspettare di avere la segnalazione da Bruxelles che il volo del corriere con i vaccini è stato cancellato. Non funziona così". Bertolaso infine si è detto "non d'accordo" con la richiesta delle Regioni di essere autonome per la ricerca dei vaccini: "Ci devono essere delle linee guida nazionali utili che poi vanno trasferite in pratica a livello di Regioni. L'approvvigionamento deve essere su base nazionale e ci vuole una cabina di regia che deve avere la competenza, la conoscenza, l'esperienza e la capacità di decidere come questi vaccini vanno distribuiti e secondo quali tempistiche. Così si danno indicazioni precise alle Regioni in modo che queste possano cominciare a vaccinare secondo un cronoprogramma dettagliato. È un lavoro durissimo - ha concluso Bertolaso - che deve essere fatto a livello centrale, direttamente a Bruxelles e con le imprese che producono i vaccini. Non ci sono altre strade".

15:10 - Vaccini, in Lombardia somministrate 5.000 dosi in un giorno

Sono state 5000 le dosi di vaccino anti covid somministrate ieri in Lombardia. In particolare sono stati vaccinati 2.282 over 80 e 2718 under 80. E' quanto reso noto da Regione Lombardia. Sul fronte delle adesioni ieri si è raggiunto il 65,19% degli assistiti, con una punta del 70% per l'Ats della Montagna. Sono 473.212 le adesioni complessive alla campagna vaccinale, di cui 314.836 effettuate tramite il portale, quindi direttamente dai cittadini, 140.137 attraverso i farmacisti e 18.239 effettuate da medici di medicina generale.

14:55 – I legali delle vittime di Bergamo chiedono un incontro con Draghi

I legali che assistono circa 500 familiari di vittime del coronavirus hanno scritto al presidente del Consiglio Mario Draghi per chiedere "ufficialmente un incontro con le Istituzioni che rappresentano i cittadini perché a questi cittadini sono dovuti ascolto ed il riconoscimento dei loro diritti lesi". "Chiediamo un incontro perché ci aspettiamo che il nuovo Governo si metta a disposizione per una legge di indennizzo in favore di tutti i familiari delle vittime, che grazie alla protratta noncuranza e negligenza di burocrazia e politica sono stati resi orfani o vedovi e vedove", è scritto nella lettera. "Abbiamo deciso di rivolgerci a Lei - scrivono i legali - a distanza di un anno da quei fatidici 21 e 23 Febbraio 2020 da cui tutto è cominciato, per sollecitare una riflessione ma, soprattutto, per esortarLa ad un dialogo, quello che fino ad oggi, oltre a tutto il resto è mancato". "Non è superfluo ricordare - scrivono anche i legali - come le proporzioni e le conseguenze sarebbero state certamente diverse e più contenute, se l'Italia avesse avuto un piano pandemico adeguato, in particolare se le istituzioni preposte a garantire questa dotazione avessero ottemperato ai loro obblighi di legge, sia europei che internazionali, attuando ciò che già da anni il Parlamento Europeo, le linee guida dell'OMS, e le statuizione della Regolamentazione Sanitaria Internazionale avevano chiesto di attuare".

14:39 - Sindaco Brescia: "Non so se siamo da zona rossa"

"Non spetta a noi dire se siamo da zona rossa, gialla, arancione. Esistono i comitati tecnici scientifici, nazionale e regionale, che ci devono dire quale è la situazione. Non so dire quindi se oggi siamo da zona rossa perchè non ho tutti i dati che ha invece il Cts". Lo ha detto il sindaco di Brescia parlando della situazione dei contagi a Brescia, sempre più in aumento. Del Bono ha aggiunto: "Sarei per arginare il flusso di gente il sabato pomeriggio in centro città. Se resterà la zona gialla valuterò di limitare la vendita di alcolici nel centro città dopo quanto visto negli ultimi fine settimana, sabato soprattutto".

14:23 - Roby Facchinetti visita ospedale di Bergamo, 'squadra unica'

A mezzogiorno in punto, a un anno di distanza dall'attivazione della prima Unità di crisi per l'emergenza sanitaria da Covid-19, in tutti i reparti dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo è stato trasmesso il brano 'Rinascerò, Rinascerai' di Roby Facchinetti e Stefano D'Orazio, scritto la scorsa primavera nel clou della pandemia che ha duramente colpito, in quella fase, proprio la Bergamasca. Anche Facchinetti, bergamasco, ha voluto essere presente in ospedale, leggendo al microfono in filodiffusione un messaggio di speranza, diramato in Hospital Street, nei reparti, nelle corsie e nelle sale d'attesa. "Un anno fa iniziava una lotta contro un nemico invisibile - ha detto -. Ora siamo ancora in prima linea. Una pandemia senza precedenti quella che è partita il 22 febbraio 2020, ma questa emergenza ha fatto emergere una squadra di professionisti unici, di grande forza e sacrificio". Un ricordo simbolico anche tramite un adesivo stampato sulle divise degli operatori sanitari con la frase: 'C'eravamo. Ci siamo. Ci saremo'. 

14:23 - Sindaco di Brescia, valutazioni Cts a breve

"Usciremo da questa situazione solo con una massiva campagna vaccinale. I dati di Brescia sono all'attenzione del Cts nazionale che farà valutazioni a breve. Sono pienamente cosciente che c'è un aumento dei casi". Lo ha detto il sindaco di Brescia Emilio Del Bono che ha riferito di aver già parlato con il presidente della Regione Lombardia Fontana sulla situazione della sua città, da giorni tra quelle italiane con più contagi. "Per quanto riguarda la città - ha aggiunto Del Bono - non c'è una situazione particolarmente grave, ma l'andamento del contagio preoccupa soprattutto in provincia". 

13:32 - Vaccini: Anci Lombardia, chiesti elenchi over80 che non hanno aderito

I Comuni della Lombardia sono pronti a sensibilizzare i cittadini sull'importanza della vaccinazione anticovid e per questo hanno chiesto alla Regione gli elenchi degli over 80 che non hanno ancora aderito. "La richiesta - ha spiegato il presidente Anci Lombardia Mauro Guerra - è stata positivamente accolta da Regione e pertanto i Sindaci che ne faranno esplicita richiesta via mail alla direzione delle ATS competenti, riceveranno gli elenchi locali degli over 80 che ancora non hanno aderito alla prenotazione della vaccinazione". Guerra ha spiegato che "sono tanti i Sindaci che hanno già attivato o attiveranno a breve iniziative specifiche a sostegno della campagna vaccinazioni over-80" Ad esempio, "molti Comuni - ha aggiunto - hanno messo a disposizione un servizio di assistenza per l'inserimento delle richieste di adesione alla campagna, in collaborazione con i volontari che operano sul territorio, una opzione in più che si aggiunge alla possibilità di adesione attraverso le farmacie o tramite il Medico di base.A lcuni Comuni, per chi davvero avesse difficoltà a raggiungere il punto di somministrazione vaccinale, hanno messo a disposizione un servizio di trasporto tramite l'intervento di volontari. Altri Comuni hanno contattato telefonicamente gli interessati per fornire le prime informazioni utili, oltre a pubblicare sul proprio sito istituzionale un apposito avviso sulla campagna vaccinale rivolta agli over 80. Atri Comuni, infine, hanno messo a disposizione numeri di telefono ad hoc per l'assistenza".

13:15 - Sanitari Lombardia, in Umbria per ricambiare aiuto

Vogliono "ricambiare" l'aiuto ricevuto, grazie all'esperienza maturata, visto che hanno avuto "l'onore" di essere sostenuti nel periodo più caldo della pandemia in Lombardia: sono queste le sensazioni che emergono dalle prime parole di alcuni dei 19 medici e infermieri volontari lombardi arrivati a Perugia per aiutare l'Umbria nell'emergenza Covid. "Abbiamo deciso di dare una mano portando l'esperienza di quelle che sono state le due ondate in Lombardia quando ci siamo trovati ad assistere parecchi pazienti" afferma Stefano Muttini, direttore di Anestesia e Rianimazione 2 presso l'Asst Santi Paolo e Carlo di Milano, appena arrivato al primo briefing con i vertici della sanità regionale e dell'Azienda ospedaliera di Perugia. Il medico anestetista-rianimatore ha detto che cercherà di mettere a frutto la sua esperienza soprattutto nell'aspetto organizzativo, con la creazione di percorsi e riconversioni di zone per accogliere un gran numero di pazienti. "Ora ci confronteremo con i colleghi di Perugia e vedremo come operare nel dettaglio" ha annunciato. Tra gli infermieri specializzati, che ha lavorato in area critica, c'è Massimiliano Listrani, in arrivo dall'Istituto neurologico Carlo Besta di Milano. "Ci sembrava corretto rispondere a questa chiamata" ha sottolineato. Un'esperienza che secondo lui "non sarà solo professionale ma anche umana per condividere con i colleghi umbri un momento molto forte e particolare".

7:04 - In Lombardia 2.514 casi su 33.148 test

Con 33.148 tamponi effettuati, sono 2.514 i nuovi casi in Lombardia con il rapporto di positività in crescita al 7.5%. I decessi sono 50 per un totale di 28.058 morti in regione dall'inizio della pandemia. Aumentano i ricoverati nelle terapie intensive (+4, 386 in totale) e anche negli altri reparti (+19, 3741 in totale). Per quanto riguarda le province, sono 704 i nuovi casi a Brescia, 649 nella città metropolitana di Milano, 279 a Monza e Brianza, 184 a Bergamo, 131 a Pavia, 105 a Como, 83 a Mantova, 79 a Cremona, 70 a Sondrio e a Varese, 66 a Lecco, 30 a Lodi.

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