Da Sky TG24 un format dedicato agli studenti italiani e a come le loro vite sono cambiate durante la pandemia. Il direttore della community spiega l'importanza di raccontare queste storie per costruire una nuova narrazione sui giovani italiani
Negli ultimi 11 mesi la scuola ha smesso di essere un luogo fisico subendo una ridefinizione dei suoi confini. Non più aule e banchi ma scrivanie, camerette, collegamenti in rete. La didattica a distanza ha preso il posto di quella in presenza, si è accavallata a una routine che non è più tale, l’ha affiancata e sostituita creando ostacoli alla formazione e alla socialità di una generazione di giovani studenti. A loro Sky TG24 ha dedicato una serie, “Ragazzi Interrotti”, realizzato con la collaborazione di Scuolazoo. “Dobbiamo dare voce ai giovani – spiega Valerio Mammone, direttore della community – perché il rischio è che si perdano di vista le loro esigenze e le loro difficoltà”.
Chi sono per voi i Ragazzi Interrotti?
Penso che in questo momento non ci sia, in Italia o all’estero, un ragazzo che non sia interrotto, poi ci sono vari modi di esserlo. C’è chi ha interrotto gli studi, in misura totale o parziale, e c’è chi invece è stato interrotto nella sua sfera emotivo-psicologica.
Che tipo di situazioni avete riscontrato sotto questo aspetto?
Nei vari sondaggi che abbiamo fatto, diversi ci hanno raccontato di aver avuto attacchi di panico, paura di uscire, di salire sull’autobus, di tornare a confrontarsi con la scuola in presenza e con le interrogazioni, perché non sono più abituati a parlare senza uno schermo davanti. Addirittura paura dei propri compagni. Situazioni disagiate che prima restavano private ora emergono, i compagni vengono a saperlo, e anche se non subisci bullismo ti senti a disagio. Il ritorno alla normalità sarà un ritorno dopo un anno che non voglio definire perso, perché i docenti hanno fatto il massimo che era nelle loro possibilità, ma un anno in cui non è stato possibile fare tutto.
Perché la scuola non è solo luogo di apprendimento ma anche di socialità.
Sì, e in questa interruzione della socialità, i ragazzi si sono scoperti più fragili. Nei loro confronti dobbiamo avere un’attenzione maggiore e in questo devo riconoscere a Sky TG24 il grande merito di aver posto l’accento su quello che sarà il tema del 2021: le conseguenze che questa situazione sta avendo sul benessere psicofisico e l’educazione dei ragazzi. Perché il grosso rischio è che con lo scemare progressivo dell’emergenza, cali l’attenzione su di loro.
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Perché è importante raccontare le storie di "Ragazzi Interrotti"?
Per dar loro voce e cambiare una narrazione fin troppo diffusa nel nostro Paese, quella che ha visto i ragazzi sempre come gli indisciplinati che non portano la mascherina e alimentano la movida. Invece in questo contesto molti ragazzi hanno dato il meglio di sé ed è importante dar loro voce. Poi ci si è concentrati molto, comprensibilmente, sull’aspetto della salute fisica della popolazione, e da questo punto di vista i giovani sono dei privilegiati, ma allo stesso tempo stanno subendo ferite invisibili che hanno a che fare con l’aspetto psicologico e con quello educativo.
Chi ha subito maggiormente queste ferite?
Non tutti gli studenti sono uguali, esistono differenze di contesto economico e sociale che ostacolano in maniera diversa l’apprendimento a distanza e la prosecuzione degli studi. E questo è un tema sentito da tutti. Noi abbiamo parlato coi ragazzi del Liceo Berchet che ci hanno raccontato che per loro tutto sommato la dad era andata bene, ma protestavano lo stesso per un ritorno in presenza che rendesse di nuovo la scuola democratica. Chi si trova in condizioni di fragilità rischia di subire una learning loss che poi è correlata a stipendi più bassi, livelli inferiori di studio, peggiori condizioni di salute. Se tu oggi e nel futuro dedichi attenzione alle conseguenze della pandemia e crei nel dibattito pubblico le condizioni perché lo stato viva questo tema come un problema, forse per questi ragazzi ci sarà un modo per recuperare quest’anno perso. Se non gli si darà attenzione si rischia di trovarsi con un Paese che avrà molti più problemi di quelli che ha oggi.
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Come sarà il ritorno alla normalità per questi ragazzi?
L’ultimo ritorno in presenza non è stato un ritorno alla normalità, ci sono vari schemi di ritorno in presenza, inevitabilmente la dad ha provocato dei rallentamenti e livelli di stress superiori all’inizio. Non è facile prevedere cosa avverrà in futuro, abbiamo spunti che ci arrivano dalle conversazioni.
In che modo la dad ha cambiato il modo di lavorare di un portale come Scuolazoo?
Abbiamo fatto più informazione su base quotidiana ma tenendo una linea molto chiara: dando le notizie quando sono certe al 100%. ed evitando di inseguire i rumors. Una strategia che ha pagato, i ragazzi ci scrivono ancora e ci chiedono se quello che sentono o leggono sia vero o falso. Abbiamo messo un community manager fisso a rispondere ai messaggi in direct, che sono aumentati fino a raggiungere picchi di 2mila-3mila messaggi al giorno. Abbiamo aumentato le puntate del format “Chiedo per un amico” con gli psicologi del centro medico Santagostino, abbiamo fatto un reportage sugli hikikomori per parlare di solitudine, abbiamo prodotto più contenuti per stare vicini ai ragazzi e dar loro strumenti per uscire da questa fase di incertezza. Abbiamo dato loro la possibilità di parlare.