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Safer Internet Day, Polizia Postale: nel 2020 forte aumento di minori vittime reati online
I casi trattati lo scorso anno sono stati 4.208, a fronte dei 2.379 dell'anno precedente, cioè il 77% in più. Gli episodi di pedopornografia online sono saliti del 132%. Cresce l'adescamento dei più piccoli. Si valuta anche l'ipotesi di un 'patentino' per l'uso del web e dei social. "Sì" dal 55% degli adolescenti
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Forte aumento nel 2020 dei minori vittime di reati online, quali la pedopornografia, l'adescamento, il cyberbullismo, la sextortion, le truffe, il furto di identità digitale e altri: i casi trattati dalla Polizia postale e delle comunicazioni sono stati 4.208 a fronte dei 2.379 dell'anno precedente, il 77% in più secondo i dati forniti dal Servizio di Polizia Postale e Comunicazioni in occasione del Safer Internet Day e della diretta streaming di #cuoriconnessi, l'evento di Polizia e Unieuro dedicato alla lotta contro il cyberbullismo
Safer Internet Day, le iniziative della giornata per una Rete migliore
Secondo gli investigatori l'incremento, oltre che con "lo sviluppo esponenziale della tecnologia" e "la formidabile attrazione subita dai bambini e dai ragazzi verso il mondo dei social", si spiega anche con "il lungo periodo di lockdown che ha costretto l'intera popolazione a rivedere le proprie abitudini in numerosi ambiti, comportando uno spostamento di molte attività sulla rete e facendo registrare, in tal modo, anche una notevole presenza dei minori online"
Internet e rischi per i bambini, i consigli della polizia postale
Continua a crescere in Italia anche il fenomeno della pedopornografia online: nel 2020 i casi trattati dal Cncpo, il Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online, sono stati 3.243, il 132% in più rispetto ai 1.396 dell'anno precedente, mentre le persone indagate sono state 1.261, il 90% in più rispetto alle 663 del 2019
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In particolare, per gli investigatori è motivo "di forte preoccupazione" l'aver registrato sempre nel 2020, un incremento dei casi di adescamento di minori online, soprattutto per quanto riguarda la fascia d'età 0-9 anni: dai 14 casi denunciati 2 anni fa si è passati ai 26 del 2019 e ai 41 del 2020
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Inoltre, va considerato che, dal momento che "moltissimi non denunciano", il numero reale è sicuramente più elevato
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Anche un fenomeno come quello della sextortion - l'estorsione sessuale conseguente ad uno scambio di immagini sessualmente esplicite - ha fatto registrare un deciso abbassamento in relazione alla fascia di età delle vittime: 14 casi sotto i 13 anni a fronte dei 2 del 2019
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Un ulteriore elemento di riflessione deve essere il fatto che di questi 14 casi, ben 4 riguardano minori nella fascia d'età 0-9 anni, categoria il cui numero di vittime fino allo scorso anno era pari a zero
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Intanto, si discute anche di un 'patentino' per l'uso sicuro dei social e del web. Il 55% degli adolescenti, se venisse introdotto, sarebbe interessato a prenderlo, come emerge dai dati di una ricerca condotta per la Polizia di Stato da Generazioni Connesse - il Safer Internet Center Italiano, coordinato dal ministero dell'Istruzione - e curata da Skuola.net, Università degli Studi di Firenze e Sapienza Università di Roma - CIRMPA
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Fra i 2.475 adolescenti delle scuole secondarie che hanno risposto al questionario, 1 su 4 ritiene che la 'patente' per il web dovrebbe essere addirittura obbligatoria, al pari di quella per guidare l'automobile o il motorino. Un'esigenza ancora più sentita nella fascia 11-13 anni, dove quasi 1 su 3 si dice a favore di questa soluzione
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Si pone poi un altro interrogativo: quale dovrebbe essere l'età giusta per iniziare ad utilizzare i social network da soli, con un proprio account? Per il 40,5% la quota d'ingresso dovrebbe essere fissata a 14 anni, il 14,5% aspetterebbe anche fino ai 16 anni. Non sono pochi i 'permissivisti': il 22,5% aprirebbe alle iscrizioni già a partire dagli 11 anni mentre appena il 4,5% impedirebbe l'accesso autonomo prima dei 18
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Il resto del campione si distribuisce su opzioni diverse, con qualcuno (3,9%) che arriva anche a ritenere che non ci sia un'età giusta. Significativo che, nella fascia d'età 14-17 anni, quasi la metà precluderebbe l'accesso ai social ai loro coetanei immediatamente più piccoli
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Ma che cosa dovrebbe spingere a introdurre un'età minima? Per il 59% il fatto che i più piccoli spesso non pensano alle conseguenze delle loro azioni, specie in un mondo come quello digitale
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Tra i consigli suggeriti direttamente dagli utenti alle piattaforme social per controllare l'identità di chi accede, solo per 1 su 5 basterebbero delle semplici raccomandazioni. Per gli altri occorrerebbero altre verifiche, come il controllo del documento di identità (1 su 3), sistemi di identità digitale certificata (1 su 3) o di intelligenza artificiale per riconoscere l'età dell'utilizzatore (1 su 4), oppure il 'patentino' (1 su 5)