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Covid, poche adesioni alla protesta dei ristoratori #IoApro

Cronaca
©Ansa

Non decolla l'iniziativa dei locali che hanno deciso di aprire nella serata di venerdì 15 nonostante i divieti: partecipazioni a macchia di leopardo e in alcuni casi solo simboliche. Confcommercio e Confesercenti avevano preso le distanze. Chiuso a Vo' Euganeo il bar dei primi contagi, frequentato dalla prima vittima italiana del coronavirus

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Da Pesaro a Foggia, a Verona, fino a Milano: la protesta dei ristoratori che hanno annunciato l'apertura serale nonostante i divieti con la campagna #IoApro si è diffusa lungo tutta la Penisola ma non è decollata, tra bassa partecipazione e adesioni solo simboliche. Tra le adesioni simboliche, il flashmob a Foggia, nel pomeriggio, di una cinquantina di titolari di bar, ristoranti e pizzerie e l'iniziativa dello storico Don Lisander a Milano, che ieri ha tenute le luci accese e la cucina chiusa, ma che ha promesso di aprire oggi. A Pesaro il ristoratore Umberto Carriera aveva annunciato il tutto esaurito (con distanziamento), ma poi è stato sanzionato con 5 giorni di chiusura. Altre iniziative e adesioni si sono registrate qua e là nella Penisola (CORONAVIRUS, AGGIORNAMENTI IN DIRETTALO SPECIALE).

Le organizzazioni di categoria fortemente contrarie

Sembrano lontani i numeri preannunciati alla vigilia di 20-30mila adesioni da uno degli esercenti più in vista della protesta, il ristoratore di Firenze Momi El Hawi, titolare di 3 ristoranti e che ha già accumulato 8 multe. Anche perché le maggiori organizzazioni di categoria, Confcommercio e Confesercenti avevano stigmatizzato la protesta, mettendo in guardia dai rischi dell'illegalità dell’iniziativa (anche ai fini della licenza) e ne hanno preso fortemente le distanze, annunciando per lunedì un incontro con il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, al quale presenteranno "un piano per la ripartenza".

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Ristoranti sanzionati

Per il ristorante "La Grande Bellezza" di Pesaro è stata disposta una chiusura di 5 giorni al termine della cena organizzata dal titolare Umberto Carriera. Il titolare aveva consegnato il conto agli ultimi commensali alle 21:45, in modo da consentire loro di far ritorno nelle proprie abitazioni senza violare il coprifuoco. Ma i clienti (poco meno di 40) sono stati fermati dalle forze dell'ordine a valle del borgo di Mombaroccio e identificati e saranno sanzionati. Oggi Carriera però insiste: "Questa sera il ristorante sarà di nuovo aperto, malgrado il provvedimento di chiusura di 5 giorni e la multa non ci fermiamo". A Milano quasi 90 clienti hanno cenato e assistito a balli e spettacoli nel ristorante Parrilla di corso Sempione: dopo poche ore dall'apertura è intervenuta la polizia che ha registrato i dati di tutti i commensali presenti e comminato multe. In Liguria la polizia ha sanzionato e disposto la chiusura per un wine bar di corso Torino, alla Foce, a Genova, che ha aderito alla campagna. A Firenze è stato sanzionato dalla Polizia il ristorante "Clarinetto" trovato aperto in città questa nonostante il coprifuoco. All'interno del locale sono stati trovati 9 clienti, che sono stati sanzionati.

Chiuso il bar dei primi contagi a Vo' Euganeo

Tra i locali sanzionati per la violazione delle misure anti-Covid, e chiuso dai carabinieri, c’è anche la '”Nuova Locanda al Sole” di Vo' Euganeo, il bar frequentato dalla prima vittima italiana del Covid, Adriano Trevisan. La misura è scattata durante uno dei controlli sulla protesta degli esercenti contro i Dpcm, alla quale ha preso parte anche il locale padovano. Proprio la “Locanda al Sole” era stata indicata come uno dei possibili luoghi focolaio del del virus a Vo'. Era lì che Trevisan e un amico, anch'esso poi deceduto per Covid, si incontravano ogni sera per le loro partite a carte.

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