Secondo una prima comparazione dattiloscopica, il cadavere apparterrebbe a Shpetim Pasho, sparito con la moglie in Toscana. Il figlio della coppia è latitante dal 2016 dopo un'evasione dai domiciliari. I carabinieri hanno scoperto anche una quarta valigia nello stesso luogo in cui sono state trovate le altre tre: al suo interno ancora parti di corpo sezionate
Svolta nelle indagini sulle valigie contenenti resti umani saponificati di un uomo e una donna trovate in un terreno agricolo tra il carcere di Firenze e la superstrada Fi-Pi-Li. Una quarta valigia è stata scoperta dai carabinieri nello stesso campo dove sono state rinvenute le altre tre e nel suo interno erano contenute altre parti di corpo sezionate. Nelle stesse ore è stata riconosciuta l'impronta di un dito del cadavere dell'uomo, che apparterrebbe a Shpetim Pasho, albanese, scomparso con la moglie Teuta nel 2015 in Toscana. Questi i risultati delle indagini dei carabinieri. La prima comparazione digitale della Sezione impronte del Ris di Roma dei carabinieri fa emergere che tutti i punti rilevabili sull'impronta di un dito di una mano corrispondono alle impronte dattiloscopische di Pasho. La coppia di coniugi albanesi era sparita nel nulla nel 2015 in provincia di Firenze, dove era venuta a trovare i familiari, tra cui un figlio detenuto al carcere fiorentino di Sollicciano.
Il figlio della coppia irreperibile dal 2016 dopo un'evasione dai domiciliari
Proprio il figlio della coppia (54 anni lui e 52 lei al momento della scomparsa) risulta irreperibile ai carabinieri dal 2016, dopo un'evasione. Era in carcere per reati di droga poi e venne messo ai domiciliari dalla fine di ottobre del 2016. Circa 15 giorni dopo fuggi. L'uomo deve scontare ancora quattro anni di detenzione per condanne legate a reati di stupefacenti. Intanto stamani lungo la superstrada viene eseguita una ripulitura da sterpaglie, vegetazione spontanea, detriti, del terreno di pertinenza, per favorire ulteriori sopralluoghi. La pulizia interessa la striscia di terreno che non è curata, diversamente dai campi adiacenti, coltivati a orto e piantagioni seminative. Le quattro valigie sono state trovate lungo quella striscia, situata sotto la massicciata della carreggiata, quasi sicuramente perché lanciate lì da bordo di un mezzo in transito sulla Fi-Pi-Li. Chi le ha lanciate ha dovuto superare anche l'altezza, alcuni metri, delle barriere antirumore della superstrada.
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La quarta valigia contiene altri resti umani
La quarta valigia è stata scoperta in mattinata dove erano state ritrovate le prime tre. Al suo interno sono stati trovatialtri resti umani, arti inferiori, verosimilmente appartenenti all'uomo scomparso. La valigia con questi reperti è stata portata a Medicina legale. I resti devono essere ricomposti con gli altri, in particolare con quelli della prima valigia ritrovata. In questa c'erano i resti, incompleti, di un uomo, mancavano le gambe. Le altre due valigie contenevano il corpo, anche questo sezionato, di una donna. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Ornella Galeotti e partite il 10 dicembre scorso dopo il primo macabro ritrovamento, sono condotte dai carabinieri del nucleo investigativo del capoluogo toscano.
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Il medico legale: "Dai tatuaggi l'elemento decisivo per le indagini"
Gino Saladini, specialista in medicina legale e psicologia clinica, in riferimento ai corpi di Shpetim Pasho e Teuta Pasho, ha spiegato che "i tatuaggi sul corpo dell'uomo", in particolare "quello a forma di ancora con due numeri", sono stati 'l'elemento decisivo che ha indirizzato immediatamente in maniera inequivocabile le indagini verso l'ipotesi del duplice omicidio". A quando si apprende, l'uomo sarebbe morto per un profondo taglio alla gola, mentre il decesso della donna sarebbe stato provocato da asfissia.