
Medici, addetti alle pulizie e dipendenti pubblici: i lavoratori più colpiti dal Covid
L’Inail ha certificato che hanno superato quota 66mila i contagi sul lavoro nel mese di ottobre, facendo registrare un aumento di 12mila casi. Ad essere più colpito è il settore della sanità e assistenza sociale. Appena lo 0,3% dei casi riguarda l’agricoltura. Ecco le professioni dove si è registrato un maggior numero di positivi

Hanno superato quota 66mila i contagi di Covid-19 sul lavoro nel mese di ottobre, facendo registrare un aumento di 12mila casi. Lo certifica l'Inail in un rapporto che "conferma la recrudescenza delle infezioni di origine professionale, già rilevata in settembre, dopo il rallentamento post lockdown"
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A fine ottobre i contagi sul lavoro sono stati 66.781, pari al 15,8% del complesso delle denunce pervenute dall'inizio dell'anno e al 9,8% dei contagiati nazionali comunicati dall'Istituto superiore di sanità (Iss)
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I decessi denunciati - viene calcolato - sono 332, 13 in più rispetto al monitoraggio precedente e pari a circa un terzo del totale degli infortuni mortali denunciati all'Istituto dall'inizio dell'anno, con un'incidenza dello 0,9% rispetto ai casi mortali da Covid-19 comunicati dall'Iss
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Ad essere più colpito è il settore della sanità e assistenza sociale - che comprende ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili - con il 69,8% delle denunce e il 21,6% dei casi mortali codificati
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Anche se si scende nel dettaglio delle professioni, si conferma che la categoria più a rischio è quella dei tecnici della salute, con il 39,3% delle infezioni denunciate, circa l'83% delle quali relative a infermieri, e il 10% dei casi mortali, seguita dagli operatori socio-sanitari (20%), dai medici (10,1%), dagli operatori socio-assistenziali (8,4%) e dal personale non qualificato nei servizi sanitari, come ausiliari, portantini e barellieri (4,6%)
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Le altre categorie professionali più coinvolte sono quelle degli impiegati amministrativi (3,4%), degli addetti ai servizi di pulizia (2%), dei dirigenti sanitari (1,1%) e dei conduttori di veicoli (1%)

In particolare nell'amministrazione pubblica (attività degli organismi preposti alla sanità - Asl - e amministratori regionali, provinciali e comunali), ricadono l'8,7% delle infezioni denunciate e il 10,2% dei decessi

Gli altri settori più colpiti sono i servizi di supporto alle imprese (vigilanza, pulizia e call center), il manifatturiero (tra cui gli addetti alla lavorazione di prodotti chimici e farmaceutici, stampa, industria alimentare), le attività dei servizi di alloggio e ristorazione e il commercio all'ingrosso

Dall'esame della curva dei contagi dallo scoppio della pandemia, emerge che per l'insieme dei settori della sanità, assistenza sociale e amministrazione pubblica, si è passati dall'80,5% dei casi codificati nel primo periodo della pandemia, fino a maggio compreso, al 49,8% del trimestre giugno-agosto, per poi risalire al 74,5% nel bimestre settembre-ottobre

Viceversa in altri settori, con la graduale ripresa delle attività, l'incidenza dei casi di contagio è aumentata nelle prime due fasi e si è ridotta nella terza. È il caso, per esempio, dei servizi di alloggio e ristorazione, passati dal 2,5% del primo periodo, al 6,2% del trimestre successivo e all'1,9% nel bimestre settembre-ottobre, o dei trasporti, passati rispettivamente dall'1,2%, al 5,6% e al 2,2%

Il decremento in termini di incidenza osservato nell'ultimo bimestre in questi settori non deve però trarre in inganno: in ottobre, infatti, il fenomeno è ripreso vigorosamente per numerosità delle denunce in tutti i settori
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L'analisi territoriale evidenzia che più della metà delle denunce presentate all'Istituto (53,1%) ricade nel Nord-Ovest, seguito da Nord-Est (22,3%), Centro (13,2%), Sud (8,3%) e Isole (3,1%)

Riguardo ai decessi, la percentuale del Nord-Ovest sale al 55,6%, mentre il Sud, con il 16,6% dei casi mortali denunciati, precede il Nord-Est (13,3%), il Centro (12,7%) e le Isole (1,8%). Con un terzo dei contagi denunciati (33,1%) e il 41,3% dei decessi la Lombardia si conferma la regione più colpita

Appena lo 0,3% dei casi Covid registrati dall'Inail in Italia riguarda l'agricoltura dove peraltro i mesi estivi e autunnali sono i più attivi con la raccolta di frutta, ortaggi, olio e la vendemmia. È quanto emerge dall'analisi della Coldiretti sulla base delle denunce complessive di infortunio al 31 ottobre 2020 che evidenzia come la percentuale più bassa di contagi tra le diverse attività si sia verificata proprio nelle campagne mentre la percentuale in industria e servizi è del 98,1%

"Dopo il periodo di lockdown molti italiani - sottolinea la Coldiretti - hanno riscoperto le seconde case in campagna o hanno avuto l'occasione di apprezzare in gite e vacanze la vita nei borghi e nei centri minori che mai come quest'anno sono stati gettonati dai visitatori. Un'attenzione che cresce anche in vista del Natale con la pandemia che ha portato alla riscoperta del turismo di prossimità, vicino casa, all'interno della propria regione di residenza”