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Covid, Iss: “Questa battaglia si vince come Paese, non come scienziati o istituzioni"

Cronaca

Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, in una conferenza stampa ha spiegato che “gli indicatori per la stima del rischio sono un mix, per alcuni serve tempo”. Merler (Fondazione Bruno Kessler): “Asintomatici quota instabile, non rientra in Rt. Le stime non sono incerte, sono visibili sul sito. Epidemia è ancora in crescita perché Rt è sopra 1, ma c'è una decrescita"

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Gli indicatori sono un mix tra indicatori tempestivi e altri che richiedono più tempo per la raccolta, come il tempo di incubazione. L'insieme di elementi che si raccolgono tiene conto di questa variabilità. È quanto ha spiegato il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, alla conferenza stampa sull'analisi della situazione epidemiologica organizzata al ministero della Salute (COVID: LO SPECIALE - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI). "Questa è una battaglia che si vince come Paese e non come scienziati o istituzioni", hanno detto Gianni Rezza e Silvio Brusaferro. "È un lavoro immane quello che fanno i colleghi sul campo, nelle regioni - ha detto Brusaferro - e a loro va riconosciuto un grande merito".

Brusaferro: cosa succederà a Natale dipende da noi

Brusaferro ha aggiunto che "l'Rt oltre a tracciare il trend ci dice anche dove stiamo andando ma piu andiamo avanti nel tempo piu le proiezioni rischiano di essere instabili. Quindi cosa succederà a Natale dipenderà molto da come ci comportiamo. Ci auguriamo che misure adottate e comportamenti facciano in modo che in tutte le parti del paese saremo a Rt sotto 1". Sulla scuola, ha proseguito, "c'è un monitoraggio sviluppato dal ministero dell'Istruzione per individuare focolai. In realtà si è valutato come la diffusione nelle scuole sia sovrapponibile a quella delle altre fasce del paese. Quindi la scuola è tema fortemente monitorato".

Merler: asintomatici quota instabile, non rientra in Rt

Stefano Merler, della fondazione Bruno Kessler, intervenendo alla conferenza stampa ha spiegato che "calcoliamo l'Rt da due sorgenti di dati: la serie temporale di dati sintomatici e la data di inizio sintomi. Non consideriamo gli asintomatici perché essi sono una quantità molto instabile nel tempo e quando c'e difficoltà nel contact tracing la loro quota diminuisce”. Merler ha aggiunto che "il calo di Rt dalla metà di ottobre c'è sia guardando Rt dei sintomatici sia le ospedalizzazioni. L'Rt non è ancora sotto 1, quindi l'epidemia è ancora in crescita. Ma c'è una decrescita".

Merler: stime non sono incerte, visibili sul sito

Le stime sono tutt'altro che incerte e nelle altre regioni, tranne il Molise, le forchette per Rt non sono grandi, ha proseguito Merler. Inoltre questi dati sono pubblici sul sito del ministero della Salute, ha precisato. Merler ha ricordato che "i dati sono molto migliori della Germania, ad esempio, anche per lo sforzo disumano di tutti”.

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Rezza: Rt è indicatore precoce, sopra 1 cresce

Anche Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del ministero della Salute, è intervenuto in conferenza e si è soffermato sull'Rt. "È un parametro fondamentale per predire come sta andando l'epidemia, perchè è il primo indicatore per capire se l'epidemia accelera o no. A volte però facciamo un errore: se Rt scende a 1,2 non è bene perchè l'epidemia comunque cresce. La scorsa settimana era 1,4 ma prima era una 1,7, ma ancora non possiamo vedere una diminuzione dei casi e delle terapie intensive. Quando andiamo a Rt sotto 1 allora epidemia decresce".