Odissea di un positivo, il tampone a domicilio. VIDEO

Cronaca

Il nostro Pio D’Emilia continua a documentare la sua lotta al Coronavirus: in questo video racconta il tampone di controllo somministrato a domicilio dalle Uscar

 Sono tornato negativo? Posso muovermi liberamente? E’ la domanda, legittima, che ci facciamo dopo essere usciti dal tunnel del Covid, quale che ne sia stato il livello e la durata. Per saperlo bisogna sottoporsi al  cosiddetto tampone di controllo, prenotandosi on line. Ma per chi è ancora positivo - o quanto  meno è ancora nel dubbio - sorge il problema di come organizzarsi. Da positivo - o da sospetto tale - non è che puoi andare in giro, neanche prendendo tutte le precauzioni del caso. ( POSITIVO AL COVID, COSA FARE? - IL PASSAGGIO ALL'OSPEDALE).  Sul sito della Regione ci sono tutte le informazioni del caso. E si parte sempre dallo stesso input iniziale: il medico di base. Ma per  quanto mi riguarda, le cose sono  un po’ più complicate. visto che non vivo a Roma e non ho un medico di base. Mi sono dunque rivolto direttamente alla ASL, chiedendo l’intervento dell’oramai famosa USCAR, l' Unità Speciale di Continuità Assistenziale Regionale, che ha  impiegato un po’ di tempo prima di essere davvero operativa, ma che ora decisamente  funziona.   Nel giro di un paio di giorni sono stato in fatti contattato e stamane due giovani medici, Tiziano e Francesco sono venuti a casa per effettuare il tampone di controllo. Nel giro di un paio di giorni dovrei avere il risultato. “Siamo ancora a ranghi ridotti - mi ha spiegato il dr. Pierluigi Bartoletti, coordinatore medico dell’USCAR - ma dopo il primo bando andato quasi deserto ora ne abbiamo fatto un altro che ha raccolto molte adesioni, contiamo di raddoppiare i  nostri organici, attualmente di circa 130 persone, nel giro qualche settimana. E di portare un po’ di sollievo alle strutture ospedaliere e sopratutto ai cittadini”.

Il problema, che il dr. Bartoletti sottolinea, è l’attivazione di questo servizio. L’USCAR al momento ti non può essere attivata direttamente, occorre passare attraverso il medico di base (che a sua volta contatta la ASL) oppure il 118, il numeri di emergenza,  che dopo il cosiddetto “triage telefonico” giudica  se è il caso di consigliare il ricovero o contattare appunto l’USCAR e  attivare l’assistenza a domicilio. “Un servizio indispensabile - spiega il dr. Bartoletti - spesso i pazienti hanno semplicemente bisogno di una telefonata, di una bombola d’ossigeno, o anche di una semplice terapia di base, che nella maggioranza dei casi abbiamo appurato essere più che sufficiente a sconfiggere il virus”. 

E’ quello che hanno fatto con successo in molti paesi, Primi fra tutti in Corea del Sud. Dove non solo il tracciamento ha funzionato (e continua a funzionare), ma dove tutti  ma proprio tutti, i positivi, siano essi sintomatici o no, vengono continuamente monitorati e, se necessario, assistiti a domicilio. 

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