Coronavirus, governo a Regioni: tenere le discoteche aperte è un serio rischio

Cronaca
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È questo il messaggio che, secondo alcune fonti, l'esecutivo continua a lanciare ai governatori, soprattutto in vista del Ferragosto e considerando l’aumento dei casi in Italia. Forse un nuovo incontro il 14 agosto per cercare un accordo. Per la chiusura anche il coordinatore del Cts Miozzo. Intanto in Calabria la governatrice Santelli ha chiuso tutte le attività che hanno attinenza con il ballo, all'aperto o al chiuso

Tenere le discoteche aperte "è un serio rischio". È questo il messaggio che, secondo alcune fonti, il governo continua a lanciare alle Regioni. Sul tema, domani 14 agosto potrebbe esserci un nuovo incontro tra l’esecutivo e i governatori dopo che nel vertice di ieri non si è trovato un accordo. Mentre il governo spinge per chiudere discoteche e stabilimenti balneari attrezzati con questo tipo di strutture, soprattutto in vista del Ferragosto e considerando l’aumento dei casi di coronavirus in Italia, alcuni presidenti rimangono per il no. Visto che non si è trovato un accordo, non è stata presa una decisione a livello nazionale. Diversi governatori, così, hanno deciso di agire a livello locale. A dire che “le discoteche devono rimanere chiuse perché, checché se ne dica, con migliaia di ragazzi ammassati non c'è nulla da fare" è anche il coordinatore del Cts Agostino Miozzo. “Le aggregazioni di massa sono devastanti, impossibili da gestire", ha aggiunto (GLI AGGIORNAMENTI LIVE - LO SPECIALE).

Il governo vuole chiudere le discoteche, alcune Regioni frenano

Secondo le fonti di governo, l’esecutivo - rilanciando l’allarme sulle discoteche - avrebbe ricordato alle Regioni che, anche nell'ultimo Dpcm, è stato “sempre ribadito che le aperture non erano e non sono previste". Le Regioni, proseguono ancora le fonti, hanno deciso “in autonomia di aprire a certe condizioni” ma in questa fase “è necessaria la massima responsabilità e il massimo scrupolo per le condizioni di sicurezza e la reale tutela della salute”. Quei governatori che in queste ore stanno decidendo di chiudere i locali da ballo e le discoteche seguendo le indicazioni del governo, concludono le fonti, “non vogliono colpire un settore ma ritengono un serio pericolo l'apertura di spazi dove il contagio può correre”.

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Santelli chiude le discoteche in Calabria

Tra i governatori che nelle ultime ore hanno deciso di chiudere c’è Jole Santelli: la presidente della Calabria ha firmato un'ordinanza con la quale dispone la chiusura di tutte le attività che hanno attinenza con il ballo, quindi sale da ballo, discoteche e locali assimilati come i lidi balneari, all'aperto o al chiuso. Il divieto è valido fino al 7 settembre. La decisione è arrivata qualche ora dopo la notizia che un ragazzo del Catanzarese è risultato positivo al Covid e, nei giorni precedenti, era stato in due diverse discoteche di Soverato.

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Le scelte di altri governatori

Diverso l’atteggiamento del governatore delle Marche Luca Ceriscioli: ha confermato l’apertura delle discoteche all’aperto, insieme a sale da ballo e locali assimilati. Nell’ordinanza si spiega che si tiene conto del fatto che "nelle Marche non si sono verificati casi di contagi da coronavirus da contatti in discoteca o sala da ballo o locali assimilati". In ogni caso, “si invitano anche le forze dell'ordine a far rispettare le linee guida regionali, in particolar modo per evitare assembramenti”. Si schiera per le discoteche all’aperto attive anche in Sardegna. È “favorevole alla chiusura" delle discoteche, invece, il governatore toscano Enrico Rossi. Ma, ha aggiunto, “chiedo che il provvedimento sia nazionale per non creare assurde differenze tra territori e altrettanto assurde e pericolose migrazioni di giovani da una regione all'altra alla ricerca di luoghi dove ballare. Intanto, vale la mia ordinanza che è restrittiva rispetto alle linee guida nazionali”. Sostiene che “la questione delle discoteche è nazionale, non solo regionale", anche il governatore pugliese Michele Emiliano. Ma "io per primo voglio introdurre ulteriori misure di prevenzione", aggiunge.

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