
Coronavirus, manifestazione oggi a Bergamo: "Denuncia Day" per avere giustizia per i morti
Sono tornati a farsi sentire i membri del Comitato “Noi Denunceremo - verità e giustizia per le vittime di Covid-19”, dopo aver inviato una lettera alla presidente della Commissione Europea e al presidente della Corte europea dei diritti dell’uomo, si sono presentati davanti alla Procura di Bergamo con un centinaio di denunce da tutta Italia. LA FOTOGALLERY

È tornato a farsi sentire il comitato "Noi denunceremo – Verità e Giustizia per le vittime di Covid-19". Per la seconda volta davanti alla Procura di Bergamo, la prima si è tenuta il 10 giugno
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In quell’occasione furono depositate una cinquantina di testimonianze mentre oggi i membri del comitato ne hanno depositate un centinaio
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Ma il Comitato si è rivolto anche all'Europa per chiederle di controllare le azioni messe in campo dalla regione più colpita d'Italia nel momento più difficile del contagio da Covid-19

La lettera è stata inviata all'attenzione della presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, e al presidente della Corte europea dei diritti dell’uomo, Ròbert Ragnar Spanò, per chiedere alla Comunità europea "di vigilare sulle indagini" in corso in Lombardia

Secondo il Comitato, infatti, potrebbero esserci gli estremi per il reato di crimini contro l'umanità, "contravvenendo agli artt. 1, 2 e 3 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea oltre che all'art. 32 della Costituzione Italiana”

La lettera comincia con: "Gentile Presidentessa della Commissione europea, Gentile Presidente della Corte europea dei diritti dell'uomo, lo scorso marzo il mondo ha espresso vicinanza al dolore delle nostre comunità di Bergamo e Brescia che, da sole, contano undicimila vittime di coronavirus

"Uno scenario unico e senza precedenti sull'intero pianeta. Vi scriviamo per chiedere la vostra supervisione sulle indagini in corso in Lombardia, che stanno seguendo centinaia di denunce legali presentate ai pubblici ministeri in tutta la regione", scrive il comitato

Il comitato punta il dito contro la Regione, sottolineando: "In Lombardia, sembrano esserci segni di indicibili crimini contro l'umanità. Il 2 marzo e il 5 marzo l'Istituto Nazionale della Sanità ha consigliato al governo di chiudere Alzano Lombardo, Nembro in provincia di Bergamo e Orzinuovi (Brescia)"

"Il prudente sindaco di Orzinuovi e Senatore della Repubblica italiana - continua la denuncia - ha dovuto presentare un'interrogazione parlamentare dopo essere venuto a scoprire, leggendo il giornale, che c'erano istruzioni specifiche relativamente alla chiusura preventiva della sua città dopo i primi casi riportati"

Sempre il Comitato riporta che "Sembra tuttavia che queste istruzioni non le abbia mai ricevute. Allo stesso tempo - prosegue -, Alzano Lombardo e Nembro non furono mai chiuse nonostante l'esercito fosse pronto a ricevere la direttiva sull'applicazione della zona rossa”

E aggiunge: “Se i pubblici ministeri dovessero stabilire che le mancate zone rosse appartengono alla sfera della politica piuttosto che al diritto penale, risulterà chiaro come la decisione di non contenere la diffusione del virus, in accordo con i pareri della comunità scientifica, sia stata intenzionale..."

"...una decisione deliberata di sacrificare vite umane, decine di migliaia di vite, per evitare le ripercussioni politiche derivanti dalla messa in sicurezza di tre città economicamente produttive del Nord Italia"

Le denunce di oggi non arrivano, però, più solo dalla Lombardia ma da tutta Italia

La gestione dell'epidemia in Lombardia è sotto i riflettori da subito e adesso i familiari delle vittime chiedono di essere ascoltati

"Perché quello che è successo tra febbraio e marzo in Lombardia non succeda mai più ma soprattutto perché venga data dignità alle perdite subite"
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