Coronavirus in Italia, Borrelli: a casa anche il 1 maggio, ma decide politica

Cronaca

Le misure d’emergenza potrebbero continuare anche dopo Pasqua. Il capo della Protezione civile, intervistato in mattinata, spiega: "Dovremo stare in casa per molte settimane". Ma durante il bollettino del pomeriggio, precisa: "C'è una sola data, quella del 13 aprile"

A casa anche il primo maggio. La fase due potrà iniziare solo quando i dati sui contagi saranno molto più bassi. Dopo la scadenza delle restrizioni, prevista per il 13 aprile, potremmo dover restare a casa ancora qualche settimana. Questo lo scenario presentato dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli, in mattinata, in un'intervista radio (AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE). "L'orizzonte temporale resta quello del 13 aprile come annunciato dal presidente del Consiglio. Ogni decisione sulle misure restrittive e sull'eventuale 'fase 2' spetterà dunque al governo", aveva in seguito precisato Borrelli aggiungendo di non "voler dare date". Il capo della Protezione civile è poi tornato sul tema, durante la consueta conferenza stampa del pomeriggio, in cui ha precisato: "Oggi alcune mie parole sono state equivocate, avevo fatto un ragionamento: avevo detto che misure sarebbero state determinate in relazione all'evoluzione della situazione in atto. Per questo motivo è difficile fare previsioni ed abbassare la guardia".

"Avanti con il massimo rigore"

Borrelli in mattinata aveva fatto appello all’attenzione e al rispetto delle regole anche a ‘Circo Massimo’, su Radio Capital: "Dobbiamo andare avanti con il massimo rigore". E sull’ultima circolare del Viminale aveva spiegato che non introduce alcuna novità: "Il documento non sposta i termini, dobbiamo fare attenzione ed evitare di trovarci poi in una situazione che poi ci sfugge di mano – ha detto Borrelli - L'ora d'aria è una misura non ancora operativa, bisogna fare attenzione, rispettare le regole di prudenza e stare ancora in casa" (LA MAPPA DEL CONTAGIO IN ITALIA - LE GRAFICHE).

Borrelli: governo ha garantito risorse a Regioni 

Il governo "ha garantito alle Regioni le risorse per i dispositivi di protezione individuale e per quelli necessari al superamento dell'emergenza", aveva poi risposto Borrelli a chi gli chiedeva dell'ennesimo scontro tra governo e Regioni, in particolare con la Lombardia. "In ordinario la Sanità è una competenza che spetta alle regioni e sarebbe stato un guaio se governo e protezione civile avessero preso ogni competenza - aveva aggiunto Borrelli - ma nel momento in cui c'è stata l'emergenza è dovuto intervenire il governo". E a chi gli chiedeva se fosse necessario alla fine dell'emergenza rivedere il titolo V della Costituzione per evitare in futuro gli stessi problemi sulle responsabilità che si stanno verificando oggi, Borrelli ha risposto che "è evidente". Sulla Sanità "ci vuole una regia unitaria forte condivisa e coesa, credo che ci sarà da ripensare al modello organizzativo ma io sono un tecnico e mi limito a rispondere alle disposizioni vigenti".

Le ipotesi sulla fase 2

Quanto alla fase due dell'emergenza, quella di convivenza con il coronavirus e la graduale fine del lockdown, "tutto dipende dai dati. La situazione ora è stazionaria, dobbiamo vedere quando questa situazione inizia a decrescere. Però da qui al 16 maggio potremo aver dati ulteriormente positivi che consigliano di riprendere le attività e cominciare quindi la fase 2", aveva precisato Borrelli. 

I numeri del contagio

Secondo i dati diffusi il 3 aprile dalla Protezione civile in Italia le persone complessivamente risultate positive al coronavirus, compresi guariti e deceduti, hanno quasi raggiunto quota 120mila: sono 119.827.  Di questi, 85.388 sono i contagiati attuali, di cui 52.579 in isolamento domiciliare senza sintomi o con sintomi lievi, 28.741 ricoverati e 4.068 in terapia intensiva. Le persone guarite nelle ultime 24 ore sono 1.480 che portano il totale a 19.758, mentre il numero totale dei decessi registrati è di 14.681: nell’ultimo giorno sono stati 766 (ieri erano stati 760). 

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