Coronavirus, in Italia 101.739 casi totali. Nelle ultime 24 ore morte 812 persone

Cronaca

75.528 sono i contagiati attuali, di cui 43.752 in isolamento domiciliare senza sintomi o con sintomi lievi, 27.795 ricoverati e 3.981 in terapia intensiva. I guariti nelle ultime 24 ore sono 1.590, il dato più alto dall'inizio dell'emergenza, per un totale a 14.620

In Italia le persone complessivamente risultate positive al coronavirus, compresi guariti e deceduti, hanno superato quota 100mila: sono 101.739 (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE - I DATI DEL 31 MARZO). Di questi, 75.528 sono i contagiati attuali, di cui 43.752 in isolamento domiciliare senza sintomi o con sintomi lievi, 27.795 ricoverati e 3.981 in terapia intensiva. Le persone guarite nelle ultime 24 ore sono 1.590 - il numero più alto dall’inizio dell’emergenza in Italia - che portano il totale a 14.620, mentre il numero totale dei decessi registrati è di 11.591: nell’ultimo giorno sono stati 812. Lo riporta il bollettino quotidiano della Protezione Civile (LE DOMANDE E LE RISPOSTE DEGLI ESPERTI - COME LEGGERE I NUMERI DELLA PROTEZIONE CIVILE - LE BUFALE SMENTITE DALL'ISS - I CONSIGLI PER FARE LA SPESA IN SICUREZZA - LE FOTO SIMBOLO DELL'EMERGENZA IN ITALIA). "Certamente ci sarà un prolungamento" delle misure, ha detto il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli, ma la decisione sulla durata "è una scelta che spetta al decisore politico", al presidente del Consiglio e al Consiglio dei Ministri. "Stiamo vedendo dei risultati - ha proseguito - e questi risultati non li avremmo ottenuti senza le misure di contenimento. E questa è una ragione per continuare a fare questi sacrifici".

I dati regione per regione

Dai dati della Protezione civile emerge che i contagiati sono:

25.006 in Lombardia
10.766 in Emilia-Romagna
7.564 in Veneto
7.655 in Piemonte
3.251 nelle Marche
4.050 in Toscana
2.383 in Liguria
2.497 nel Lazio
1.739 in Campania
1.109 in Friuli Venezia Giulia
1.357 in Trentino
1.098 in provincia di Bolzano
1.585 in Puglia
1.408 in Sicilia
1.169 in Abruzzo
834 in Umbria
518 in Valle d'Aosta
622 in Sardegna
602 in Calabria
107 in Molise
208 in Basilicata

Quanto alle vittime, se ne registrano:

6.818 in Lombardia
1.538 in Emilia-Romagna
413 in Veneto
749 in Piemonte
417 nelle Marche-
231 in Toscana
397 in Liguria
125 in Campania
150 nel Lazio
107 in Friuli Venezia Giulia
91 in Puglia
74 in provincia di Bolzano
76 in Sicilia
102 in Abruzzo
33 in Umbria
50 in Valle d'Aosta
147 in Trentino
31 in Calabria
28 in Sardegna
9 in Molise
5 in Basilicata

Borrelli: “Tante denunce, state a casa”

"Ognuno di noi deve rispettare le indicazioni delle autorità - ha detto il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli commentando il dato delle oltre 6mila denunce fatte ieri dalle forze di polizia - dobbiamo seguire l'indicazione di rimanere a casa e uscire solo per lo stretto indispensabile, perché solo rispettando queste misure riusciremo a sconfiggere il virus prima possibile". "È un comportamento che non va tenuto - ha aggiunto - bisogna evitare il contagio di altri persone".

Locatelli (Css): “Calano i positivi”

"Anche in questa giornata i dati - con la sola eccezione dei deceduti, per i quali ripeto ancora per vedere un effetto serve un intervallo temporale maggiore - sono dati in linea con quelli degli ultimi giorni: calano i positivi, pur a fronte di tamponi non inferiori ad altri giorni, quello dei ricoverati in terapia intensiva non è più marcatamente alto come a inizio scorsa settimana", ha detto il presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) Franco Locatelli. "In Lombardia - ha aggiunto Locatelli - in particolare, a Lodi e Bergamo, le zone più colpite, il numero di eventi respiratori infettivi per cui sono stati chiamati mezzi di soccorso della Regione, è marcatamente ridotto: rispetto al 14-15 marzo siamo alla metà di interventi sul territorio".

“Contemperare salute ed economia”

Locatelli ha poi parlato anche dei test sierologici sugli anticorpi che serviranno "per determinare la diffusione del coronavirus e avere informazioni rilevantissime sull'immunità di gregge, usando le informazioni per elaborare strategie fondate su dati solide per far ripartire il Paese, specie per le attività produttive”. “Prioritaria è la tutela della salute - ha ricordato - ma bisogna contemperare gli aspetti di economia per evitare i problemi di una situazione economica difficile".

“Il ritorno alla normalità sarà graduale”

"Stiamo andando nella direzione giusta e non dobbiamo minimamente cambiare strategia - ha detto ancora Locatelli - Non sarà un processo di ritorno alla normalità dal niente al tutto, sarà graduale, ma l'obiettivo è riuscire a contenere la situazione adesso, prevenire ulteriori focolai epidemici, specie come quelli visti (al Nord, ndr) e ripristinare il più possibile un normale stile di vita".

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