Coronavirus, cambia ancora il modulo per l'autocertificazione

Cronaca

Le modifiche sono previste da una circolare inviata ai prefetti dal capo della Polizia alla luce del nuovo decreto del presidente del Consiglio. Si deve indicare da dove lo spostamento è cominciato e la destinazione

IL NUOVO MODULO - DISPONIBILE DAL 26 MARZO (qui il link)

 

Cambia ancora il modulo per l'autocertificazione dei cittadini che intendono fare spostamenti (LO PUOI SCARICARE QUI) Lo prevede una circolare inviata ai prefetti dal capo della Polizia, Franco Gabrielli, alla luce del nuovo decreto del presidente del Consiglio pubblicato il 23 marzo in Gazzetta Ufficiale e che contiene ulteriori misure contro la diffusione del coronavirus (GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE - LA MAPPA GLOBALE DEL CONTAGIO - I GRAFICI DELL'EPIDEMIA IN ITALIA).

Cosa cambia con la nuova autocertificazione

Nel nuovo modulo il dichiarante deve indicare oltre alla residenza anche il domicilio. Nella prima parte, tra i provvedimenti di cui deve dichiarare di essere a conoscenza, ci sono anche il Dpcm del 22 marzo e l'ordinanza del ministero della salute del 20 marzo "concernenti le limitazioni alle possibilità di spostamento delle persone" nel territorio nazionale.  Nel nuovo modulo occorre inoltre indicare da dove lo spostamento è cominciato e la destinazione. Per quanto riguarda i motivi, restano le  "comprovate esigenze lavorative", i "motivi di salute" e la "situazione di necessità", mentre la voce "assoluta urgenza" sostituisce quella del "rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza", perché viene recepito il dpcm del 22 marzo che vieta i trasferimenti da un Comune all'altro. Rimane la "situazione di necessità" per spostamenti all'interno dello stesso Comune, come già previsto dai Dpcm dell'8 e del 9 marzo.

La precedente modifica

La precedente modifica risaliva al 17 marzo, quando era comparsa una nuova voce con la quale l'interessato doveva autodichiarare di non trovarsi in quarantena né di essere positivo al virus. Cioè di non trovarsi nelle condizioni previste all'articolo 1, comma 1, lettera c, del decreto dell'8 marzo 2020 che prescriveva il "divieto assoluto di mobilità dalla propria abitazione o dimora per i soggetti sottoposti alla misura della quarantena ovvero risultati positivi al virus".

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