Sospesa l'esecutività della pronuncia del Tar del 15 gennaio scorso. De Caprio si era visto respingere la richiesta di sospendere il provvedimento emesso nei suoi confronti dal ministero dell’Interno. Il 20 febbraio Camera di Consiglio per la decisione definitiva
Ripristinata la scorta a Sergio De Caprio, il colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio, conosciuto come Capitano Ultimo, che nel 1993 arrestò il boss mafioso Totò Riina. La decisione è del Consiglio di Stato che ha sospeso l’esecutività della pronuncia del Tar del 15 gennaio scorso. Il Tar aveva respinto l'istanza di De Caprio che aveva chiesto di sospendere il provvedimento emesso nei suoi confronti dal ministero dell’Interno. Il 20 febbraio è prevista la discussione in Camera di Consiglio per la decisione definitiva collegiale.
Busta con messaggio minatorio sotto osservazione
Nel decreto emesso oggi, dalla terza sezione presieduta da Franco Frattini, il Consiglio di Stato ha posto l'attenzione su uno dei recenti episodi di intimidazioni nei confronti di De Caprio (busta con messaggio minatorio recapitata presso un volontario della associazione "Volontari Capitano Ultimo onlus") che anche il Tar Lazio aveva ritenuto "rilevante", disponendo una relazione da cui risulta che le indagini sono in corso.
Consiglio di Stato: "Chiarire se sono escluse azioni criminose"
Nella sede cautelare collegiale, secondo il Consiglio di Stato, prima della decisione definitiva si "dovrà in modo approfondito chiarire se, allo stato attuale delle indagini su detto episodio che lo stesso Tar ha ritenuto rilevante, sia possibile... escludersi il possibile compimento di azioni criminose in danno dell'appellante, e cioè... negare che la situazione di possibile esposizione sussista".
La vicenda della scorta a Capitano Ultimo
La vicenda della scorta a Capitano Ultimo va avanti da tempo: già nel 2010 c'era stato un primo tentativo di revocare la protezione al colonnello, provvedimento poi replicato anche nel 2014 e nel 2018. A ottobre 2019, il Tar aveva bloccato la revoca della scorta. Ma, come ha spiegato il 15 gennaio scorso, l'avvocato del colonnello Antonino Galletti, il Tar " dopo una prima ordinanza favorevole, ha negato la cosiddetta sospensiva".