Il Tar accoglie il ricorso del capitano Ultimo: bloccata la revoca della scorta

Cronaca

I giudici del Lazio hanno sospeso in via cautelare il provvedimento con cui il ministero dell'Interno aveva annullato la protezione per il colonnello Sergio De Caprio, che 26 anni fa ha arrestato Totò Riina. Una vicenda che, tra revoche e reintegri, va avanti da tempo

Il Tar del Lazio ha sospeso in via cautelare il provvedimento con cui il ministero dell'Interno aveva annullato la protezione per il colonnello Sergio De Caprio, il capitano Ultimo (CHI È ) che 26 anni fa ha arrestato Totò Riina. La vicenda della scorta all’ufficiale dei carabinieri va avanti da tempo: periodicamente la misura di protezione viene revocata e con altrettanta cadenza viene poi reintegrata.

Accolto il ricorso di Ultimo

I giudici hanno accolto il ricorso presentato dal difensore di Ultimo, l'avvocato Antonino Galletti, e hanno fissato per il prossimo 3 dicembre l'udienza per la trattazione collegiale del ricorso in camera di consiglio. Il ricorso fa seguito a un'altra impugnativa decisa dal Tar nel giugno scorso, quando i giudici avevano ritenuto illegittima la revoca della scorta disposta il 3 settembre 2018, e avevano ordinato una rivalutazione della questione.

Il commento del capitano Ultimo

De Caprio ha ringraziato il Tar del Lazio e il suo avvocato Galletti. “Evidentemente ritengono la mafia ancora un pericolo per i cittadini e la vita e la sicurezza del capitano Ultimo preziosa e in pericolo”, ha detto. “Ancora una volta il Tar di Roma accoglie le nostre ragioni, addirittura in sede d'urgenza”, ha commentato invece Galletti, che è presidente dell'Ordine degli Avvocati di Roma. “È un’ulteriore testimonianza del fatto che il colonnello De Caprio tuttora vive in una condizione di pericolo concreto e attuale. Non ci risulta che la mafia sia stata ancora sconfitta e chi si è battuto a lungo contro di essa sacrificando la propria libertà e mettendo a rischio la vita ha diritto di essere tutelato dallo Stato".

La vicenda della scorta

Già nel 2010 c'era stato un primo tentativo di revocare la scorta a Ultimo, provvedimento poi replicato anche nel 2014 e nel 2018. Nel dicembre di quell'anno il Tar ha restituito la scorta a De Caprio, confermando poi nel merito la decisione a giugno 2019: ha definito illegittimo il provvedimento con il quale la Prefettura di Roma aveva comunicato la revoca del dispositivo di protezione disposto dall'Ufficio Centrale Interforze per la Sicurezza personale. Pochi giorni fa, parlando in un incontro il Toscana, Di Caprio aveva posto ancora l'attenzione sulla sua vicenda: "Le motivazioni per la quali cercano di togliermi la scorta, che ovviamente non è un mio diritto, mi sembrano un passaggio che porta a negare la pericolosità della mafia e di Cosa Nostra e a cercare di scardinare tutti quei meccanismi che fino a oggi ci hanno consentito di vincere. Quindi questo non è un problema mio, ma dell'intera comunità". Allarme che ha portato anche a una petizione - lanciata da un gruppo di volontari che lo sostengono - su Change.org per il reintegro immediato della scorta (ha superato le 80mila firme).

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