Omicidio Luca Sacchi, autopsia: lividi su braccia, si difese da colpi di mazza da baseball

Cronaca

Dall'esame autoptico emergono contusioni compatibili con il tentativo di schivare i colpi della mazza usata nell’aggressione. La prossima settimana potrebbero svolgersi i funerali e saranno ascoltati i testimoni, tra cui forse la fidanzata Anastasiya

Prima dello sparo fatale alla testa, Luca Sacchi ha cercato di difendersi coprendosi il viso e il corpo con le braccia, nel tentativo di schivare alcuni colpi inferti con la mazza da baseball che, secondo quanto ricostruito da inquirenti e testimoni, sarebbe stata usata da Paolo Pirino anche per colpire la fidanzata della vittima. È quanto emerge dall’inchiesta e dai risultati dell’autopsia sul corpo del ragazzo di 24 anni ucciso fuori da un pub in zona Appio Latino la sera del 23 ottobre. Secondo quanto accertato, il ragazzo ha dunque alzato le braccia per proteggere il viso dai colpi inferti dalla mazza prima che Valerio Del Grosso sparasse il colpo mortale.

Funerali settimana prossima

I funerali di Sacchi - dopo il nulla osta arrivato dalla Procura alla restituzione del corpo alla famiglia - potrebbero svolgersi la prossima settimana. (LE PAROLE DEL PADRECOSA SAPPIAMO FINORA - IL LUOGO DELLA SPARATORIA - GABRIELLI: "NON E' LA STORIA DI DUE POVERI RAGAZZI SCIPPATI")

Anastasiya potrebbe essere riascoltata in Procura

Le indagini intanto proseguono. Gli investigatori stanno analizzando cinque cellulari per ricostruire i contatti tra i pusher coinvolti nella vicenda nella fase "precedente e successiva" all'aggressione. E la prossima settimana sono previste in Procura le audizioni di alcuni dei testimoni presenti sul luogo dell'omicidio. Tra questi, non è escluso ci possa essere anche Anastasiya, la fidanzata del 24enne, che era con lui la notte dell’omicidio e che potrebbe essere riascoltata - dopo la testimonianza resa nelle ore immediatamente successive ai fatti - anche per chiarire il quantitativo del denaro che era presente nel suo zaino, poi ritrovato vuoto nella zona di Tor Bella Monaca.

Tra i testimoni un pregiudicato per reati di droga

Tra le persone che saranno sentite dagli inquirenti c’è anche un pregiudicato per reati di droga, che era presente nel pub e che avrebbe gestito, secondo quanto hanno riferito alcuni teste, la "trattativa" con la rete di pusher guidata da Del Grosso. L'uomo ha già confermato agli inquirenti che era al pub, ma ha detto di non conoscere l'arrestato e i suoi "emissari". Su questo punto però potrebbe essere smentito dal lavoro sui tabulati telefonici che i carabinieri del nucleo investigativo hanno già avviato. Non è escluso che tra le telefonate delle ultime settimane possano essercene alcune tra Del Grosso e il pregiudicato, che è stato compagno di scuola di Sacchi, e che subito dopo lo sparo si è allontanato dal pub, ben prima che arrivassero le forze dell'ordine.

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