Detenuto all'ergastolo ostativo muore in ospedale, aveva ottenuto differimento della pena

Cronaca
Foto d'archivio Ansa

Mario Trudu, in carcere dal 1979, è deceduto a Oristano: di recente gli era stato concesso il rinvio dell'esecuzione della pena per motivi di salute, ma dopo il ricovero non era riuscito a tornare a casa. La sua legale: "Pietà arrivata troppo tardi"

Aveva vinto la battaglia per curarsi fuori dal carcere, ma è morto all'ospedale di Oristano. Mario Trudu, 69 anni, detenuto all'ergastolo ostativo, è deceduto dopo 41 anni di carcere. Ne ha dato notizia su Facebook la sua avvocata Monica Murru, del foro di Nuoro. Trudu aveva ottenuto di recente il differimento pena per motivi di salute ma dopo il ricovero non era riuscito a tornare a casa. Da tempo la difesa aveva chiesto i domiciliari. "Mi hanno appena avvisato che Mario Trudu non ce l'ha fatta - scrive l'avvocata sul social - è morto stasera nel reparto di terapia intensiva, senza essere potuto tornare a casa, neppure una manciata di ore”. Una morte che arriva pochi giorni dopo la pronuncia della Consulta che ha dichiarato parzialmente incostituzionale l'ergastolo ostativo. Su questo tipo di detenzione forzata si è inoltre da poco pronunciata la Corte europea dei diritti dell’uomo che ha imposto all’Italia di modificare la legge sull’ergastolo ostativo perché considerato inumano e degradante.

L'avvocata: "Pietà arrivata troppo tardi"

“Mi sento addosso il peso pesante di un lavoro inutile, di un risultato arrivato troppo tardi", prosegue l’avvocata Murru. "Una fine sopraggiunta proprio adesso che la Corte Europea dei diritti umani e la Consulta hanno appena sancito una svolta verso una giustizia giusta e umana - commenta la legale - verso una pietà che Mario non ha potuto sperimentare. Stanotte la mia toga è pesante e fredda come una coperta sarda, capace di schiacciarti ma non di scaldarti", conclude.

In carcere dal 1979

Trudu, da due anni detenuto al carcere di Masama, era in cella dal 1979 quando era stato condannato per un sequestro che sosteneva di non aver commesso, quello del tecnico della Ferrari Giancarlo Bussi rapito nel 1978 a Villasimius, e poi condannato all'ergastolo per il sequestro dell'imprenditore Emilio Gazzotti nel 1987, che morì nel conflitto a fuoco durante le fasi della sua liberazione. Un totale di 41 anni di carcere se si eccettuano dieci mesi di latitanza tra il 1986 e il 1987 quando scappò da Ustica dove era al confino in attesa della sentenza di Cassazione per il sequestro Bussi. Il 10 gennaio scorso aveva ottenuto la possibilità di uscire dal carcere di Massama per partecipare al funerale del cognato.

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