Omicidio Cerciello Rega, assolto in appello il carabiniere che bendò Hjorth in caserma

Cronaca
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L’accusa per il maresciallo Fabio Manganaro era di misura di rigore non consentita dalla legge. Dopo una prima condanna a due mesi, il carabiniere è stato assolto dalla Corte di Roma perché "il fatto non costituisce reato"

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Assolto in appello Fabio Manganaro, il maresciallo dei Carabinieri accusato di aver bendato in caserma Gabriel Natale Hjorth, uno degli americani condannati per l'omicidio del vice brigadiere Mario Cerciello Rega. La sentenza è stata emessa dalla prima corte d’appello di Roma in quanto “il fatto non costituisce reato”. In primo grado Manganaro era stato condannato a due mesi per l'accusa di misura di rigore non consentita dalla legge.

Cosa era successo

Il maresciallo Manganaro era accusato di misura di rigore non consentita dalla legge per aver bendato Hjorth nella caserma di via in Selci a Roma dopo il fermo dei due americani per l’omicidio del vice brigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, ucciso con undici coltellate nella notte tra il 25 e il 26 luglio 2019 nel centro della Capitale. 

Christian Gabriel Natale Hjorth uno dei due cittadini americani fermato per l'omicidio del vicemaresciallo Mario Cerciello Rega, bendato, con le mani legate e il capo chinato, 28  luglio 2019 ANSA

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Legale difesa: "Assoluzione dà fiducia in giustizia"

"Questa sentenza deve essere letta e quando ci saranno le motivazioni dovrà essere approfondita dall'ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e dall'ex comandante dei carabinieri, il generale Giovanni Nistri che per primi ebbero a condannare, senza nemmeno approfondire e attendere gli esiti processuali, l'operato di un militare che in 25 anni di servizio ha onorato l'Arma". E' quanto afferma l'avvocato Roberto De Vita, difensore del carabiniere Fabio Manganaro. "Questa sentenza ristabilisce quella fiducia verso la giustizia che le conclusioni del pm in primo grado e con la sentenza del giudice monocratico si era smarrita", ha aggiunto il difensore ricordando la condanna a 2 mesi inflitta in primo grado al suo cliente.

 

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