Nella Relazione annuale dei Servizi Segreti presentata oggi in Parlamento si sottolinea come l’Isis sia ancora in grado di ispirare attacchi in Europa. “La propaganda jihadista invita a colpire con armi non tradizionali, come i droni”. Conte: “Teniamo alta la guardia”
La minaccia jihadista nel 2018 "non ha conosciuto flessioni", come dimostrano "le numerose allerte su pianificazioni terroristiche da realizzare contro obiettivi occidentali". Non solo, ma l’Isis, seppur vicino alla sconfitta in Siria, “si è mostrato ancora in grado di ispirare attacchi in Europa, suggerendone autori e modi". È un quadro tuttora allarmante quello tracciato dalla Relazione annuale sul terrorismo del Dis, i Servizi Segreti, presentata oggi in Parlamento (COME FUNZIONANO I SERVIZI SEGRETI). "La propaganda jihadista - per i nostri 007 - invita a colpire con armi non tradizionali, come droni carichi di esplosivo da lanciare verso eventi di massa o centri commerciali". Tra i fenomeni da monitorare viene segnalato quello dei “radicalizzati in casa”. Si tratta di un bacino "sempre più ampio e sfuggente" che richiede un attento monitoraggio per cogliere segnali del possibile passaggio "dalla radicalizzazione all'attivazione violenta". E un'attenzione particolare è dedicata ai foreign fighter partiti per la Siria o l'Iraq, a vario titolo collegati con l'Italia: sono 138. Quella jihadista è una minaccia che "non può considerarsi esaurita", ha detto il premier Giuseppe Conte nel corso della presentazione della relazione dei Servizi Segreti, ribadendo che "il rischio zero realisticamente non esiste". Ma, ha aggiunto, "se abbiamo motivi per tenere molto alta la guardia, abbiamo anche valide ragioni per sentirci sereni del cammino intrapreso" da intelligence e forze di polizia nel contrasto.
La propaganda dell’Isis esorta all’utilizzo di agenti chimici
La Relazione segnala dunque il persistere di "warning, raccolti soprattutto nell'ambito della collaborazione internazionale, concernenti progettualità terroristiche riferibili sia a cellule dormienti sia a nuclei di operativi appositamente instradati verso il Vecchio Continente". Seppure in Europa il numero di attentati nel 2018 è calato, si è assistito a varie azioni emulative compiute da "soggetti con profilo radicale assente o sfumato, caratterizzati da condizioni di disagio personale non di rado collegate a disturbi psichici, che hanno mutuato il modus operandi jihadista verosimilmente stimolati da suggestioni mediatiche". Di questi gesti Daesh (l'Isis) "si è attribuito sovente la paternità, con l'evidente intento di ribadire la sua forza offensiva in Occidente e realizzare un profitto propagandistico a 'costo zero'". Oltre ai droni, la propaganda jihadista esorta anche all'utilizzo di aggressivi chimici e biologici per colpire l'Occidente. C'è addirittura un filone editoriale ad hoc di un canale pro-Daesh ("Silent terror. Kill them silently"), che descrive dettagliatamente i passaggi necessari per il reperimento, la produzione e l'impiego di agenti biologici e chimici (inclusi idrogeno fosfato, cianuro e tossina botulinica).
Gli estremisti sfruttano i canali dell’immigrazione
Seppur in modo "sporadico e non strutturale" le indagini e le attività d'intelligence hanno inoltre "confermato l'utilizzo dei canali dell'immigrazione clandestina per il trasferimento in Europa di estremisti sub-sahariani". I Servizi segreti sottolineano che significativo sotto questo aspetto è stato l'arresto a Napoli ad aprile e giugno di due gambiani ritenuti affiliati all'Isis, arrivati via mare dalla Libia dopo un periodo di addestramento in un campo gestito dallo Stato islamico nel deserto libico. La relazione sottolinea poi che gli “sbarchi occulti”, vale a dire le traversate effettuate con mezzi veloci per evitare di essere intercettati in mare e per evitare i controlli al momento dello sbarco, sono un fenomeno che va tenuto nella massima considerazione in un'ottica di prevenzione, per evitare l'arrivo in Italia di personaggi che potrebbero avere collegamenti con il terrorismo.