L’algoritmo di Google suggerisce contenuti sempre più radicali e fake news che evocano complotti e abbattimenti volontari. L’inchiesta di Sky Tg24 sui video presenti sul portale video più famoso del mondo dopo la tragedia di Genova
Il crollo del Ponte Morandi di Genova - una tragedia che ha causato la morte di 43 persone - è stata raccontata in profondità dai media di informazione. Ma cosa succede se proviamo ad approfondire questo tema utilizzando YouTube, così come fanno ogni giorno in Italia 24 milioni di persone? Parte da qui il viaggio di Sky TG24 all’interno di uno degli algoritmi più segreti del mondo.
La maggior parte dei video che vengono proposti su YouTube - enorme archivio video di proprietà di Google - sulla tragedia del Ponte Morandi evocano complotti, misteri, abbattimenti volontari.
Il ponte Morandi e i video consigliati da Youtube
Non è tutto: cercando “Ponte Morandi”, “Ponte Morandi crollo” o “Ponte Morandi ipotesi”, solo per fare alcuni esempi, i video consigliati - cioè quelli che partono in automatico se non decidiamo di interrompere la nostra visione - vanno nella stessa direzione.
E così scopriamo che una fantomatica esplosione sarebbe “visibile della riprese autostradali”, che i video in mano alla Procura “sono stati manipolati”, che il ponte sarebbe stato minato alcuni anni fa e che si sarebbe trattato senza dubbio di un attentato. Mentre l’inchiesta va avanti, dunque, il più grande archivio video del mondo spinge i suoi utenti a guardare filmati spesso privi di qualsiasi scientificità o evidenza fattuale.
L'algoritmo di Youtube
Il motivo? L’algoritmo dei video consigliati è progettato per farci rimanere attaccati al computer o allo smartphone, proponendoci non necessariamente i filmati più visti, ma quelli dai titoli più accattivanti e sopra le righe. Anche perché più rimaniamo attaccati e più pubblicità guardiamo.
Le ricerche di Sky TG24 sono state effettuate tra settembre e ottobre 2018 seguendo il lungo elenco di video suggeriti in automatico, con computer, tablet e cellulari anonimi, senza permettere mai a YouTube di offrire risultati che potessero essere influenzati dalle nostre ricerche recenti o dai nostri profili.
La replica di Google
In seguito alla nostra segnalazione, l’ufficio stampa di Google ha spiegato che per la società “l’autorevolezza è un fattore essenziale per gli utenti, specialmente nel caso di notizie di attualità dell’ultima ora e di situazioni in continua evoluzione. Per questo, dal 2017 sono stati introdotti anche in Italia modi nuovi per migliorare l'accesso alle informazioni autorevoli quando si effettua una ricerca che rende disponibili contenuti da fonti di notizie verificate dopo un evento importante”.