La Suprema Corte ha respinto il ricorso del Carroccio nell'ambito del procedimento per la truffa sui rimborsi elettorali del triennio 2008-2010, quando alla guida c’era Umberto Bossi. Rimane l’accordo sulla rateizzazione. Centemero: “Faremo ricorso alla Corte Europea”
Niente da fare per la Lega che, seppur a rate, dovrà mettere mano al portafoglio. La Cassazione ha confermato il sequestro dei 49 milioni di euro al partito (L'INCHIESTA), così come deciso lo scorso 5 settembre dal Tribunale del riesame di Genova, su indicazione della stessa Suprema Corte, nell'ambito del procedimento per la truffa sui rimborsi elettorali relativi al triennio 2008-2010. È stato quindi respinto il ricorso dei legali del Carroccio contro il provvedimento di sequestro preventivo, così come chiesto ieri dal sostituto procuratore generale Marco Dall'Olio. Ma il tesoriere della Lega, Giulio Centemero, annuncia: “La violazione è talmente palese che si dovrà ricorrere alla Corte Europea”.
Rimane l’accordo sulla rateizzazione
Anche se il ricorso è stato respinto, può continuare l'accordo sulla rateizzazione del debito raggiunto dalla Lega con il Procuratore capo di Genova Francesco Cozzi che prevede un piano rateale di restituzione dei 49 milioni su un conto dedicato, dove il Carroccio deve versare ogni due mesi 100mila euro, per un totale - minimo - di 600mila euro all'anno. Ci vorranno quasi 80 anni per estinguere il “debito” verso lo Stato. Inoltre, se verranno trovati, altri fondi potranno essere sequestrati ovunque rinvenuti.
Centemero: sequestrate somme totalmente lecite
"La Cassazione ha definitivamente avallato la possibilità di sequestrare somme totalmente lecite considerandole profitto del reato - ha attaccato Centemero - I contributi dei cittadini, i proventi delle feste, etc., si trasformano, per sentenza, in somme da sequestrare senza che vi sia alcun legame con i fatti di reato che vengono contestati ad altri soggetti e a danno della stessa Lega.
Il 20 novembre le sentenze d’appello su “rimborsopoli”
Intanto si attende, per il 20 novembre, il verdetto della Corte di Appello di Genova su “rimborsopoli”. Lo scorso luglio, il Sostituto procuratore generale Enrico Zucca, applicando “sconti” al ribasso per la prescrizione della truffa relativa al 2008, ha chiesto un anno e 10 mesi e una multa di mille euro per Umberto Bossi, che in primo grado era stato condannato a 2 anni e sei mesi. Per l'ex tesoriere della Lega Francesco Belsito, il Pg ha chiesto 4 anni e dieci mesi. Per gli ex revisori Diego Sanavio e Antonio Turci ha chiesto due anni e 800 euro di multa (in primo grado 2 anni e otto mesi), e per il revisore Stefano Aldovisi ha chiesto un anno e tre mesi e 500 euro di multa (in primo grado un anno e nove mesi).