Tragedia Casteldaccia, proprietari della villetta condannati nel 2010

Cronaca
La villetta abusiva (Ansa)

L’abitazione abusiva dove sono morte 9 persone doveva essere abbattuta secondo una sentenza diventata definitiva nel 2012. I proprietari erano stati condannati a 3 mesi di arresto e a 23mila e 500 euro di ammenda per abusivismo edilizio

Nel 2010, Antonino Pace e Concetta Scurria, i proprietari della villetta abusiva in cui sono morte 9 persone travolte dalla piena del fiume Milicia, sono stati processati e condannati a 3 mesi di arresto, pena sospesa, e a 23mila e 500 euro di ammenda, per abusivismo edilizio. La sentenza, diventata definitiva l'11 febbraio del 2012, ordinava anche la demolizione dell'abitazione irregolare, che non è pero mai stata abbattuta.

Indagine per disastro e omicidio colposo

Secondo quanto emerso, il primo verdetto è stato emesso dal giudice monocratico di Termini Imerese il 29 aprile del 2010. L'appello lo ha confermato e non è mai stato impugnato in Cassazione. Ora, le carte processuali sono state acquisite dalla Procura di Termini Imerese che indaga per disastro colposo e omicidio colposo. Il fascicolo sarebbe ancora a carico di ignoti.

L’iter della demolizione

L'ordine di demolizione contenuto nella sentenza di condanna riguarda i proprietari dell'immobile irregolare. Qualora i proprietari non siano più in vita, o abbiano nel frattempo venduto l'immobile, l'obbligo di abbattere spetta agli eredi o agli acquirenti. Se chi avrebbe il dovere di demolire non si adegua all'ordine del magistrato, incaricati a procedere sono il sindaco del Comune in cui si trova l’edificio abusivo e il capo dell'ufficio tecnico comunale. Una circostanza su cui si è espresso il 5 novembre il sindaco di Casteldaccia dicendo che il suo Comune, in dissesto dal 2015, “non ha i soldi per le demolizioni”. In ultimo, in caso di inerzia di tutti i soggetti coinvolti, dovrebbe intervenire, al termine di una complessa procedura, la magistratura.

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