L’attrice si difende dalle accuse e in un’intervista a “Non è l'Arena”, la trasmissione di La7 condotta da Massimo Giletti, dice: “Mi hanno chiamata pedofila, ho dei figli e quello è uno stigma che non auguro a nessuno”
“Vedere l'intervista a Jimmy Bennett? Mi ha fatto arrabbiare un po' ma mi ha fatto soprattutto pena. Perché i suoi occhi erano vitrei e non c'era nessuna espressione sul suo volto. L'ho visto come un bambino che poi non è riuscito a proseguire la sua carriera, un'anima persa”. Una settimana dopo l’intervista al suo accusatore, l’attore 22enne Jimmy Bennett, Asia Argento si difende. E lo fa dallo stesso palco, quello della trasmissione “Non è l’arena” su La7, da dove spiega: "Non ho fatto niente di quello di cui sono accusata".
"Mi hanno detto pedofila, uno stigma"
"La cosa che più mi ha ferito - ha detto - è stata essere chiamata pedofila. Io ho dei figli e quello è uno stigma che non auguro a nessuno. Per la morte di Anthony, per questo, non so come riesco ancora a stare in piedi. Non sono sola, ho i miei figli che hanno sofferto tantissimo" racconta, aggiungendo che suo figlio ora "sta vivendo negli Stati Uniti perché quando hanno iniziato a chiamarmi pedofila l'ho mandato dal padre. Avevo paura ci fossero contro di lui episodi di bullismo. Non è un momento facile", ha aggiunto non trattenendo le lacrime.
"Dopo il suicidio di Anthony Bourdain l’abisso"
"Il suicidio di Anthony Bourdain è stato un momento inimmaginabile. Sono ancora lì al momento in cui il manager mi ha detto, in una breve telefonata, che si era tolto la vita. Dopo si è aperto un abisso, ho sentito la disperazione, il senso di colpa per non aver visto il suo dolore, lui non me l'aveva mai mostrato", dice Asia Argento. "Era Bourdain che proteggeva me - ha aggiunto - ero io quella depressa, lui mi ripeteva che saremmo stati felici. Mi ha dato i due anni più belli della mia vita e quelli non me li toglie nessuno”.