Dopo la bocciatura di agosto, la commissione di Vigilanza ha espresso parere favorevole alla nomina. I sì sono stati 27, 3 i voti contrari, una scheda nulla e una bianca. Hanno votato 32 componenti della bicamerale su 40. Di Maio: "Tornerà meritocrazia". Il Pd attacca
Marcello Foa (CHI È) è il nuovo presidente della Rai. La commissione di Vigilanza, dopo la bocciatura dello scorso agosto, ha espresso il suo sì definitivo. Serviva una maggioranza di due terzi. I voti favorevoli sono stati 27, 3 i contrari, una scheda nulla e una bianca. Hanno votato 32 componenti della bicamerale su 40. Decisivo, per Lega e M5S, il contributo di Forza Italia per il quorum: se il primo agosto, dopo l’ok del Cda, la nomina si era infranta contro il no del partito di Silvio Berlusconi, questa volta il patto con Matteo Salvini ha retto. Il sì della commissione è vincolante, ora tocca al Cda ratificare la nomina nei prossimi giorni. A Foa sono arrivati gli auguri del vicepremier Luigi Di Maio. "Lo aspetta un compito non facile, ma sono sicuro che sarà all'altezza. Anche in Rai tornerà la meritocrazia", ha scritto in un post.
Foa: "Mio mandato non è politico, ma professionale"
Prima del voto della commissione, c’è stata l’audizione del presidente in pectore. “Non è mai stata mia intenzione offendere o mancare di rispetto al presidente Mattarella: non è nel mio costume, raramente attacco e manco di rispetto, men che meno nei confronti della massima carica dello Stato, per il sentimento di stima nei suoi confronti, per il rispetto per il suo ruolo di servitore dello Stato e per la sua storia, che ha visto il sacrificio supremo di un membro della sua famiglia”, ha detto Foa. Il riferimento è alle polemiche scoppiate in estate, quando il giornalista è stato attaccato per le sue posizioni sovraniste e per dei tweet contro Mattarella. “Mai militato in partiti né avuto tessere, i miei valori sono pluralismo e indipendenza”, ha aggiunto il neo presidente Rai. E ancora: "Il mandato che ho ricevuto dal governo non è politico, ma professionale", "fa appello al mio percorso professionale e io intendo onorarlo in nome dei valori del giornalismo".
Il Pd attacca: "Presidente illegittimo, inciucio Lega-5s-Fi"
Prima della votazione il Pd ha annunciato che non avrebbe partecipato, spiegando che Foa è "la figura più lontana da quei criteri di equilibrio, credibilità e professionalità che servono a guidare il servizio pubblico, la più grande azienda culturale del Paese". Poi ha lanciato l'hashtag #M5Silvio, per denunciare "la maggioranza dell'inciucio Lega-5s-Fi", e ha definito Foa un "presidente illegittimo". Di “nomina illegittima” i dem avevano parlato già ieri: la consigliera Rita Borioni, unica a votare no in Cda, aveva preannunciato ricorso; i capigruppo Delrio e Marcucci avevano chiesto ai presidenti di Camera e Senato di sconvocare la Vigilanza. Al pressing su Fico e Casellati si era aggiunto anche l'Usigrai. "Occorre evitare che la Rai finisca in un pantano di contenziosi legali che ne metterebbero a rischio l'operatività", aveva spiegato il sindacato, allegando il parere legale dello studio Principato - con le “ragioni di illegittimità della riproposizione” di Foa - e il precedente del 2005, quando la Vigilanza “considerò all'unanimità decaduto dal Cda il candidato a presidente che era stato bocciato dai commissari”.
I prossimi passi
Al netto di possibili battaglie giuridiche, comunque, dopo un mese e mezzo di stallo l'azienda dovrebbe avere tra qualche giorno un vertice pienamente operativo. Sul tavolo della riunione del Consiglio, subito alcuni contratti e probabilmente anche l'indicazione di un interim per TgR (con Vincenzo Morgante che dal 30 settembre uscirà dall’azienda e diventerà il nuovo direttore di Tv2000). Solo nelle sedute successive - a quanto si apprende - il vertice metterà mano al nodo nomine: una partita in cui peseranno le rivendicazioni della maggioranza gialloverde, ma in cui l'ad Fabrizio Salini non intende rinunciare a scelte autonome, basate sui rapporti di stima e sulle competenze.