Perquisita casa del cronista Palazzolo, caso affidato agli ispettori

Cronaca
Foto d'archivio Ansa

Nell'ambito dell'inchiesta sulla strage di via D'Amelo, i magistrati etnei stanno indagando il giornalista per rivelazione di segreto d’ufficio dopo un articolo sulla chiusura dell’indagine sui poliziotti accusati di avere creato ad arte il pentito Scarantino

La Commissione antimafia della Regione Siciliana ascolterà in audizione Salvo Palazzolo, il giornalista di Repubblica indagato dalla procura di Catania per rivelazione di segreto d’ufficio, per un articolo di luglio in cui aveva rivelato la chiusura dell’indagine sui poliziotti accusati di avere creato ad arte il falso pentito Vincenzo Scarantino nell'ambito della strage di via D'Amelio a Palermo. Il 13 settembre una perquisizione è stata effettuata a casa di Palazzolo, e al cronista sono stati sequestrati un cellulare, un tablet e tre hard disk. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha affidato agli ispettori del ministero il caso relativo alla perquisizione effettuata in casa del giornalista. Bonafede, spiega il ministero a Repubblica, "ha interessato l'Ufficio ispettorato perché faccia i dovuti accertamenti e le relative valutazioni sulla vicenda". Sarà poi lo stesso ufficio, dice ancora il ministero, a decidere se inviare gli ispettori a Catania.

Commissione antimafia Sicilia avvia propria indagine sul depistaggio

La Commissione Antimafia dell’Assemblea regionale siciliana ha iniziato il 13 settembre a lavorare sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio e ascolterà anche Palazzolo. Per il presidente della Commissione Claudio Fava, il giornalista di Repubblica "su quel depistaggio ha scritto cronache accurate e preziose e oggi si trova a pagare il suo scrupolo di giornalista con una perquisizione che riteniamo un atto tardivo ed eccessivo".

Solidarietà a Palazzolo dall'Ordine dei giornalisti e Fnsi

Palazzolo ha ricevuto la solidarietà dell’Ordine dei giornalisti, che ha espresso "sconcerto e forte preoccupazione", e dalla Federazione nazionale della stampa italiana, secondo cui ai danni del cronista è stata realizzata una "grave violazione del diritto alla tutela delle fonti e del segreto professionale".

L'inchiesta a Catania

L'inchiesta è coordinata dal Procuratore Carmelo Zuccaro e, sebbene sia indagato al momento soltanto Palazzolo, la competenza è radicata a Catania anche per la sola ipotesi che possa essere coinvolto un magistrato di Caltanissetta. Le indagini sono condotte dai carabinieri in collaborazione con il personale specializzato della polizia postale Sicilia orientale di Catania.

I tre uomini della polizia rinviati a giudizio per il depistaggio

Lo scorso luglio la Procura di Caltanissetta aveva chiesto il rinvio a giudizio per il funzionario Mario Bo e per i poliziotti Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei, per il depistaggio delle indagini su via D’Amelio. L'udienza preliminare è stata fissata il 20 settembre a Caltanissetta. Per tutti l'accusa è di calunnia in concorso. Secondo la sentenza del Borsellino quater, in cui la Corte d'Assise di Caltanissetta parla di "uno dei più gravi depistaggi della storia giudiziaria italiana", "soggetti inseriti negli apparati dello Stato" indussero il falso pentito Vincenzo Scarantino a rendere false dichiarazioni sulla strage che uccise Paolo Borsellino e i poliziotti della scorta.

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