Avvelenati dal tallio, il nipote killer sorvegliato a vista in cella
CronacaMattia Del Zotto, il reo confesso in arresto con l’accusa di aver ucciso 3 parenti e aver tentato di avvelenare altre 5 persone, è controllato dagli agenti del carcere di Monza. Ha chiesto libri legati alla religione ebraica. Il 9 dicembre interrogato dal gip
Ha trascorso la sua prima notte in carcere Mattia Del Zotto, il 27enne di Nova Milanese arrestato dai carabinieri e reo confesso degli omicidi dei nonni paterni e di una zia, e del tentato omicidio di altre cinque persone, tutte avvelenate con solfato di tallio. Il giovane, a quanto si apprende, sembra intenzionato a non cambiare atteggiamento: è rimasto in totale silenzio nella sua cella singola ma al suo arrivo avrebbe chiesto dei libri legati alla religione ebraica agli operatori del carcere di Monza. Il giovane è sorvegliato a vista dagli agenti di polizia penitenziaria, 24 ore su 24, in una cella senza tv.
La richiesta di libri
Da quanto si è saputo Del Zotto, arrivato in carcere in piena notte dopo che mercoledì sera i carabinieri lo hanno arrestato, è apparso freddo e non provato emotivamente. Nel corso del colloquio previsto all'ingresso ha toccato le tematiche religiose e ha chiesto di poter avere libri sull'ebraismo, credo al quale, come lui stesso aveva detto durante un interrogatorio, si è avvicinato da circa tre anni. La direttrice della casa circondariale ha concordato con il Procuratore della Repubblica di Monza di sottoporre il 27enne non solo a un regime di sorveglianza "intensivo" ma anche a un monitoraggio continuo da parte degli psichiatri e psicologi interni per una valutazione sul suo stato di salute mentale. Sabato 9 dicembre è previsto sempre nel carcere di Monza l’interrogatorio del gip.
L’arresto e la confessione
Del Zotto, arrestato dai carabinieri, è considerato il responsabile dell’avvelenamento da tallio di un'intera famiglia nel Monzese. Il 27enne, nipote delle vittime, ha già confessato il triplice omicidio dei nonni paterni e di una zia e il tentato omicidio di altre 5 persone (quattro familiari e la badante). Mattia Del Zotto avrebbe detto di aver ucciso "per punire soggetti impuri”. Il ragazzo pianificava di avvelenare la sua famiglia fin da giugno. Ha ammesso di aver agito in diversi momenti, continuando ad avvelenare gli elementi della famiglia per una questione di "opportunità". Le boccette comprate erano sei: l'ipotesi è che avesse intenzione di colpire anche i genitori. "Non saprete mai perché l'ho fatto. Non ho da collaborare”, ha detto il giovane ai carabinieri aggiungendo di non aver bisogno di un avvocato. In casa del ragazzo sono state trovate le confezioni di solfato di tallio e le ricevute del relativo acquisto.
La vicenda
A inizio ottobre, al ritorno da un periodo di vacanza a Varmo (Udine), erano stati ricoverati all’ospedale di Desio Patrizia Del Zotto, residente a Nova Milanese, suo padre Giovanni Battista e la moglie Maria Gioia. Tutti e tre sono morti e le analisi hanno rivelato che nel loro sangue c’era una forte intossicazione da tallio. Inizialmente le indagini si sono concentrate sul cascinale di famiglia dove erano stati tutti in vacanza. Si credeva infatti che il metallo pesante potesse trovarsi in qualche alimento o in alcuni escrementi animali all'interno della proprietà. In quell’occasione furono ricoverati anche altri familiari e la badante, tutti con gli stessi sintomi di avvelenamento. A metà novembre altri due casi si sono registrati all’interno della famiglia: un 83enne e una donna di 81 anni, nonni materni del ragazzo, sono a loro volta stati ricoverati per avvelenamento da tallio. Le analisi hanno rinvenuto tracce della sostanza, in quantità superiore alla soglia minima di sicurezza, in una tisana trovata a casa loro.