Ha confessato il 27enne Mattia Del Zotto, accusato per le morti dei nonni e di una zia oltre al tentato omicidio di altre 5 persone. "Non saprete mai perché l'ho fatto", ha detto ai carabinieri. I delitti erano stati pianificati da giugno. FOTO
I carabinieri hanno arrestato Mattia Del Zotto, 27 anni, considerato il responsabile dell’avvelenamento da tallio di un'intera famiglia nel Monzese: si tratta del nipote delle vittime, che ha già confessato. Il giovane è ritenuto autore del triplice omicidio del nonno 94enne e di una zia 67enne (morti il 2 ottobre) e della nonna 83enne (morta il 13 ottobre). Altre 5 persone (quattro familiari e la badante) erano state ricoverate nelle scorse settimane con gli stessi sintomi di avvelenamento. Il ragazzo è accusato di omicidio volontario e tentato omicidio. I delitti sarebbero stati premeditati da mesi.
La confessione
Mattia Del Zotto avrebbe detto di aver ucciso "per punire soggetti impuri”, secondo quanto riferito in conferenza stampa dal procuratore di Monza Maria Luisa Zanetti. Il 27enne ha ammesso di aver commesso il fatto e manifestato il suo carattere “introverso”. Il ragazzo pianificava di avvelenare la sua famiglia fin da giugno. Inizialmente voleva procurarsi dell'arsenico, poi ha optato per il tallio. Ha ammesso di aver agito in diversi momenti, continuando ad avvelenare gli elementi della famiglia per una questione di "opportunità". Le boccette comprate erano sei: l'ipotesi è che avesse intenzione di colpire anche i genitori, al momento salvi. "Non saprete mai perché l'ho fatto. Non ho da collaborare con la vostra istituzione o con altre istituzioni di questo Stato”, ha detto il giovane ai carabinieri aggiungendo di non aver bisogno di un avvocato: “Scegliete dall'elenco del telefono la persona che più vi aggrada".
Carabinieri: arresto per evitare altre vittime
"Abbiamo proceduto all'arresto per scongiurare altre possibili vittime”, hanno detto i carabinieri durante la conferenza stampa. In casa del giovane sono state trovate le confezioni di solfato di tallio e le ricevute del relativo acquisto. I flaconi, per complessivi 60 grammi, sono stati acquistati a Padova. I carabinieri hanno trovato sul cellulare del giovane alcune conversazioni in cui fa riferimento alle ricevute dell’acquisto. Gli investigatori sono arrivati a Del Zotto seguendo le tracce di un account di posta elettronica col nome falso e i tabulati telefonici del suo cellulare. Grazie a queste indagini è stata ricostruita la trattativa con una azienda chimica veneta per l'acquisto della sostanza.
Madre: Mattia sta seguendo setta
La mamma di Mattia Del Zotto ha messo a verbale che il figlio “ultimamente ha detto di non essere più cattolico e che sta seguendo una religione che non ci ha dettagliato. La mia deduzione è che si tratti di una specie di setta”. Il verbale è riportato nell'ordinanza di custodia cautelare del gip e si parla di "alcuni tratti di rigidità legati allo stile di vita e alle convinzioni religiose" che hanno preso il sopravvento tanto che "è improvvisamente diventato introverso". Secondo il racconto della madre, Mattia “aveva smesso di andare in palestra, non usciva più dalla sua camera dove trascorreva tanto tempo al computer, era diventato silenzioso e schivo anche con i familiari. Odiava guidare e salire sui mezzi pubblici lo innervosiva. Dalla sua camera aveva eliminato tutti gli oggetti superflui ed era diventato maniaco della pulizia. "Ai funerali dei nonni non è nemmeno venuto. Sono anni che non entra in una chiesa”, ha detto la madre.
La vicenda
A inizio ottobre, al ritorno da un periodo di vacanza a Varmo (Udine), erano stati ricoverati all’ospedale di Desio Patrizia Del Zotto, residente a Nova Milanese, suo padre Giovanni Battista e la moglie Maria Gioia. Tutti e tre sono morti e le analisi hanno rivelato che nel loro sangue c’era una forte intossicazione da tallio. Inizialmente le indagini si sono concentrate sul cascinale di famiglia dove erano stati tutti in vacanza. Si credeva infatti che il metallo pesante potesse trovarsi in qualche alimento o in alcuni escrementi animali all'interno della proprietà. In quell’occasione furono ricoverati anche altri familiari e la badante, tutti con gli stessi sintomi di avvelenamento.
A novembre altri due casi
A metà novembre altri due casi si sono registrati all’interno della famiglia: un 83enne e una donna di 81 anni, suoceri del figlio dei coniugi morti a ottobre, sono a loro volta stati ricoverati per avvelenamento da tallio. Le analisi hanno rinvenuto tracce della sostanza, in quantità superiore alla soglia minima di sicurezza, in una tisana trovata a casa loro.
Cos'è il tallio e perché è pericoloso
Il tallio è un elemento chimico scoperto nel 1861. Può essere letale sia per ingestione che per inalazione, ed ha "un'incubazione" di circa 20-30 giorni prima di manifestare i gravi sintomi che vanno dalla caduta dei capelli alle nausee. Questo elemento è molto simile al potassio a livello molecolare: dopo un’intossicazione ne prende il posto nell’organismo, interferendo con tutti i processi enzimatici e danneggiando soprattutto il sistema nervoso.