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Donna uccisa al parco Villa Litta di Milano: fatale ferita alla gola

Cronaca
Foto Ansa

Lo ha stabilito l'autopsia. Gli inquirenti intanto indagano su una catenina indossata abitualmente dalla vittima, che non è stata ritrovata. Non sarà possibile rilevare eventuali tracce di Dna dell'aggressore sotto le unghie della 67enne, che indossava i guanti

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La donna di 67 anni uccisa giovedì 23 novembre nel Parco Villa Litta di Milano mentre portava a passo il proprio cane, è morta per una lesione alla carotide. La ferita al collo è stata mortale perché la coltellata ha reciso in modo fatale l'arteria. Resta da stabilire se il colpo sia stato inferto di punta o di taglio e se l'aggressore abbia aggredito la vittima alle spalle o di fronte. Sono questi i primi risultati dell’autopsia effettuata all’Istituto di Medicina Legale e disposta dal pm Donata Costa, che indaga per omicidio volontario a carico di ignoti. Gli inquirenti stanno inoltre effettuando delle verifiche su una catenina che la donna portava sempre al collo ma che non è stata ritrovata, mentre complica le indagini il fatto che la vittima indossasse dei guanti: non sarebbe possibile rilevare eventuali tracce di Dna dell'aggressore sotto le sue unghie.   

Verifiche su una catenina mancante

Gli inquirenti stanno effettuando delle verifiche su una collanina che la vittima portava sempre al collo e che non sarebbe stata ritrovata sul suo cadavere né nella sua abitazione. La borsa della vittima, vuota, è stata trovata abbandonata nell'erba, ma non è chiaro quanto la presunta rapina possa aver fruttato all'aggressore: svuotata del contenuto trovato a terra, la borsa aveva solo pochi oggetti personali, tra cui le chiavi e i sacchetti per raccogliere i bisogni del cane. Da quanto si apprende, la donna non aveva con sé il cellulare. La svolta nelle indagini potrebbe arrivare dalle telecamere che si trovano in zona e nello stesso parco, le cui immagini sono al vaglio degli uomini della squadra Mobile. Dell’arma del delitto, invece, non c’è traccia.

La vittima aveva i guanti, nessuna traccia di Dna sotto le unghie

A complicare le indagini è il fatto che la donna indossasse i guanti: anche nel caso in cui la vittima si fosse difesa, sotto le sue unghie non ci sarebbero tracce di Dna dell’aggressore. Per quanto riguarda la ricostruzione, resta plausibile la pista che porta a una rapina finita in tragedia.