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Genova, secondo giorno di occupazione in fabbrica all'Ilva

Cronaca
Agli operai che occupano lo stabilimento da lunedì è stata portata una torta con la scritta "Fiom" (Ansa)

I dipendenti dell'azienda chiedono il rispetto dell'accordo del 2005. La protesta ha creato una spaccatura sindacale in vista dell'incontro al Mise previsto per giovedì 9 novembre

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Continua la protesta dei lavoratori dell'Ilva di Genova: martedì 7 novembre, seconda giornata di occupazione dello stabilimento con conseguente stop alla produzione.

L'occupazione dell'Ilva  

La decisione di occupare la fabbrica era stata presa lunedì dalla Fiom, dopo un corteo nel quartiere genovese di Cornigliano. Corteo che gli operai hanno deciso di non replicare nella mattinata di martedì per non arrecare disagi alla città con eventuali blocchi delle strade. Continua invece il picchetto e gli impianti, così come moli e banchine, secondo quanto riferisce la Rsu sono "fermi e messi in sicurezza". Ai lavoratori – scrive l'Ansa – è stata anche portata una crostata con la scritta "Fiom".  

Spaccatura sindacale

L'occupazione ha creato una forte spaccatura sindacale: Fim e Uilm hanno infatti deciso di non aderire alla protesta, ritenuta "inconsulta" proprio mentre la trattativa sul piano industriale sta per ripartire. Il primo appuntamento è previsto per giovedì 9 novembre al ministero dello Sviluppo economico, a un mese esatto da quando lo stesso ministro Carlo Calenda aveva fatto saltare il tavolo per le condizioni dichiarate "irricevibili".

Le ragioni della Fiom

All'incontro di giovedì sull'impianto di Cornigliano, però, per ora sono state convocate soltanto le istituzioni locali, Regione e Comune, e non le rappresentanze sindacali. E proprio qui risiede la ragione della protesta della Fiom, che vuole un tavolo ad hoc per chiedere che venga rispettato l'accordo di programma siglato nel 2005. Accordo che, a fronte della chiusura degli impianti a caldo per motivi ambientali, garantisce comunque livelli occupazionali e di reddito. Sembra però che Am Investc, società che rileverà l'Ilva, pare non voler prendere in considerazione questa opzione, avendo già annunciato 600 esuberi proprio nello stabilimento di Genova.