Adesivi Anna Frank: 16 identificati. Fiori Lazio buttati nel Tevere

Cronaca
Prima di Inter-Sampdoria è stato letto un brano da "Il diario di Anna Frank" e una copia del libro è stata regalata ai bambini. (Ansa)

Finiti in acqua i fiori portati dalla squadra alla comunità ebraica romana. Tra i coinvolti tre sarebbero minori. Il Messaggero pubblica un audio del presidente della Lazio, che però smentisce: mai detta quella frase

"Famo 'sta sceneggiata". A dirlo sarebbe stato il presidente della Lazio, Claudio Lotito, in una telefonata fatta dal check in dell'aeroporto prima di prendere il volo da Milano per la visita alla Sinagoga di Roma del 24 ottobre. L'audio è contenuto in un video pubblicato sul sito del Messaggero e riapre la polemica sul ritrovamento degli adesivi antisemiti affissi all'Olimpico dagli ultrà della Lazio e che ritraevano la giovane ebrea Anna Frank con la maglia dei rivali della Roma. Lotito, però, smentisce: "Non ho mai detto quella frase". Intanto continuano le indagini per trovare i responsabili: identificate 16 persone, fra cui ci sarebbero anche tre minorenni, uno dei quali avrebbe 13 anni.

"Famo 'sta sceneggiata"

Nella telefonata, che si sente nell'audio e che viene pubblicata con i sottotitoli, Lotito domanda se il vice rabbino o il rabbino saranno presenti in Sinagoga. "Solo il rabbino c’è?", chiede al suo interlocutore che, probabilmente, gli dice che il rabbino è a New York. "Il rabbino e il vice rabbino a New York? Non valgono un c... questi", incalza il presidente della Lazio. "Capito come stamo…", aggiunge, per poi concludere: "Famo 'sta sceneggiata, te ne rendi conto?".

I fiori della Lazio per la Sinagoga finiscono nel Tevere

Nel giorno dopo la visita di Lotito alla Sinagoga romana, intanto, sono stati ritrovati nel Tevere i fiori lasciati del presidente e dalla delegazione della squadra, come segno di scuse. Secondo le prime informazioni, la corona è stata avvistata in tarda mattinata, nelle acque del fiume, e non si esclude che ci sia finita già nella notte precedente. Ma, già da ieri, la visita in Sinagoga non era stata accolta con entusiasmo dalla comunità ebraica e dal rabbino capo di Roma: "La Comunità non è una lavatrice, né un luogo dove si presenta un omaggio floreale e si risolve tutto", aveva ricordato Riccardo Di Segni. 
La squadra, oltre che a organizzare la visita in Sinagoga, aveva preso le distanze dall'episodio degli adesivi: "La Lazio si dissocia, porterò i tifosi ad Auschwitz", aveva promesso lo stesso presidente biancoceleste. Inoltre, i calciatori che oggi sono impegnati nella partita a Bologna, durante il riscaldamento indosseranno una maglia commemorativa con l'immagine di Anna Frank. 

La lettura del Diario di Anna Frank negli stadi

Dopo l'episodio degli adesivi di Anna Frank, la Federcalcio ha deciso di far leggere sui campi di gioco, prima del fischio d'inizio, un brano del libro scritto dalla giovane ebrea, accompagnato da un minuto di riflessione. Si è incominciato da Milano, il 24 ottobre, in occasione dell’incontro di Inter-Sampdoria. La decisione di sensibilizzare il mondo di sportivi e tifosi calcistici sul tema dell'Olocausto, però, divide. Gli ultras 1898 dell'Ascoli hanno disertato i primi due minuti del match Ascoli-La Spezia, del 24 ottobre. Il motivo: non volevano partecipare alla lettura del "Diario di Anna Frank" che si è svolta prima della partita di serie B. Ma la stragrande maggioranza dei tifosi era presente allo stadio, anche in curva Sud, dove la lettura è stata applaudita. Si oppongono anche gli stessi ultrà laziali: "Gli Irriducibili Lazio si vedono costretti a rinunciare alla trasferta di Bologna per non essere complici di questo "teatro mediatico" di queste ultime ore". La Curva Nord ha così deciso di dare forfait all'incontro della sera del 25 ottobre al Dall'Ara, comunicandolo attraverso una nota. "Il nostro usuale modo di tifare, oggi, potrebbe esser mal interpretato da chi vuole danneggiare ulteriormente la Lazio e i suoi  tifosi", scrivono gli Irriducibili.

Lotti: "Siamo scioccati, già pronta risposta a Israele"

Ma la questione è diventata anche internazionale. Il 24 ottobre, il ministro israeliano Miri Regev aveva inviato una lettera al ministro dello Sport Luca Lotti, suo omologo, per comunicare di essere rimasta "scioccata" dal caso. E, a un giorno di distanza, è arrivato il commento proprio di Lotti: "Abbiamo già predisposto la risposta al ministro israeliano. Siamo anche noi scioccati, ha fatto bene il presidente Mattarella a richiamare l'attenzione, hanno fatto bene Lega e Comunità ebraica a dare vita all'iniziativa negli stadi". Israele aveva chiesto che l’episodio venisse affrontato "con severità" e Lotti si è impegnato in questo senso: "Faremo qualcosa con la Lega Calcio e la Federazione perché non si deve abbassare la guardia rispetto a qualcosa di molto grave".

La condanna del mondo politico

Sulla questione è intervenuto anche il mondo politico. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aveva parlato di "atto disumano e allarmante". Sulla stessa linea il premier Paolo Gentiloni, che aveva etichettato l’accaduto come "inaccettabile". Il segretario del Pd, Matteo Renzi, aveva poi invitato a scendere in campo "con la Stella di David sul petto". Mentre il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, aveva precisato: "Le comunità ebraiche fanno parte della nostra Unione. Sono fiero di avere concittadini ebrei".

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