Etichette alimentari, torna l'obbligo di indicare dati di origine

Cronaca
L'effettiva reintroduzione dell'obbligo dei dati di origine nelle etichette alimentari avverrà fra 180 giorni (LaPresse)
Supermercato-LaPresse

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto che impone la segnalazione di sede e indirizzo dello stabilimento di produzione o confezionamento. Il ministro Martina: "Impegno mantenuto con consumatori e imprese"

Più trasparenza nella filiera del cibo in Italia. Lo ha deciso, il 15 settembre, il Consiglio dei ministri dando il via libera definitivo al decreto legislativo che reintroduce l'obbligo di indicare nell'etichetta degli alimenti la sede e l'indirizzo dello stabilimento di produzione o confezionamento.

L'annuncio del ministro Martina

A dare notizia della decisione dell'esecutivo è stato il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, che in un post su Twitter ha scritto: "Impegno mantenuto con consumatori e imprese. Ok al decreto che reintroduce l'obbligo di indicare lo stabilimento di produzione in #etichetta". Il ministro ha poi fatto sapere che continua il lavoro per "rendere sempre più chiara e trasparente l'etichetta degli alimenti, una chiave fondamentale di competitività e utile per la migliore tutela dei consumatori. "I recenti casi di allarme sanitario - prosegue Martina citato dall'Ansa - ci ricordano quanto sia cruciale proseguire questo percorso soprattutto a livello europeo''.

L'iter dell'entrata in vigore

Il provvedimento prevede un periodo transitorio di 180 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, per consentire lo smaltimento delle etichette già stampate, ed esaurire dei prodotti etichettati prima dell'entrata in vigore del decreto, ma già immessi in commercio. La norma che obbligava le aziende a fornire le informazioni sulla produzione e il confezionamento dei prodotti alimentari era già prevista dalla legge italiana: a comportare la sua abrogazione era stato però il riordino della normativa europea in materia di etichettatura alimentare. Dopo una lunga battaglia dei produttori nostrani, il Cdm ha reintrodotto la norma per garantire una corretta e completa informazione al consumatore, una migliore e immediata rintracciabilità degli alimenti da parte degli organi di controllo e, di conseguenza, una più efficace tutela della salute. La legge di delega affida la competenza per il controllo del rispetto della norma e l'applicazione delle eventuali sanzioni all'Ispettorato repressione frodi.

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