Solfatara di Pozzuoli, nonni raggiungono il nipote superstite

Cronaca
La casa colonica di Meolo, nel Veneziano, dove viveva la famiglia morta a Pozzuoli

Il governatore De Luca: "Ci impegneremo per garantirgli tutta l'assistenza necessaria". Procura apre un'inchiesta sull'incidente

La preoccupazione principale va ora al piccolo bambino di 7 anni, unico superstite della tragedia di Pozzuoli. I nonni paterni hanno raggiunto ieri sera l'aeroporto di Capodichino. Ad accoglierli sindaco di Pozzuoli che li ha accompagnati in un albergo cittadino dove hanno potuto riabbracciare il nipotino. Si tratteranno nella cittadina partenopea il tempo necessario per espletare le pratiche burocratiche ed il riconoscimento delle salme trasferite da ieri pomeriggio al secondo Policlinico di Napoli per l'esame autoptico disposto dal magistrato che conduce le indagini. Vicinanza al bambino è stata espressa anche dal governatore della Campania Vincenzo de Luca: "Una famiglia distrutta in maniera terribile, siamo sbigottiti. Sentiamo anche per questo il dovere, con sentimenti di grande vicinanza al bambino superstite, di impegnarci per garantirgli tutta l'assistenza necessaria e per accompagnarlo nel suo percorso di vita".

Il piccolo soccorso da turisti e addetti alla sicurezza

Nei momenti immediatamene successivi alla tragedia il piccolo è stato soccorso da alcuni turisti e dagli addetti alla sorveglianza del vulcuano. Rifocillato dal gestore del bar all'ingresso è stato poi affidato ai servizi sociali del comune di Pozzuoli, assistiti anche da due psicologi. "Abbiamo cercato di tranquillizzare il piccolo, ovviamente era molto scosso - ha detto Armando Guerriero, gestore del bar che dal 1931 sorge di fronte all'ingresso della Solfatara. "Di continuo ci ha chiesto dei suoi familiari", ha proseguito il titolare del bar. "Sono qui da quarant'anni e un incidente del genere non è mai accaduto", ha detto sempre Guerriero. La famiglia Carrer era originaria di Venezia, anche se per qualche anno si era trasferita per motivi di lavoro a Torino. Massimiliano, il padre, era architetto e i quattro vivevano nella vechia casa colonica di famiglia che lui stesso aveva riprogettato e ristrutturato in chiave più moderna. 

Procura apre un'inchiesta

Amministratori e inquirenti dovranno ora appurare come sia potuta accadere la tragedia e verificare se ci sono state eventuali responsatbilità. De Luca ha annunciato che "come Regione Campania istituiremo una commissione d'indagine che possa ispezionare e verificare le condizioni di sicurezza nei luoghi anche privati che sono aperti al pubblico" ha dichiarato, mentre la procura avvierà un'indagine coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio e affidata al sostituto Ilaria Mancusi Barone. 

Dipendenti del parco: "Aree pericolose sono delimitate"

L'area vulcanica, una delle più grandi attrazioni turistiche del Napoletano, è di proprietà privata. La famiglia Angarano, che gestisce la solfatara, non ha voluto esprimersi nelle immediate ore dopo la tragedia, ma i dipendenti hanno difeso le misure di sicurezza. : "Da sempre - sottolineano - ci sono cartelli, indicazioni di pericolo e steccati in legno per delimitare le zone 'turistiche' da quelle a rischio". Gli steccati possono essere oltrepassati, ma ovviamente ci si affida al buon senso dei visitatori: d'altro canto, spiegano, il terreno è cedevole e ciò non consente l'installazione di protezioni più pesanti. Nella Solfatara si accede, dopo aver pagato il biglietto di ingresso, ad un tracciato che è possibile percorrere con l'ausilio di guide, a pagamento, oppure da soli, seguendo le indicazioni e i cartelli. La zona è aperta abitualmente anche a visite scolastiche. Le zone a rischio come 'la fangaia', 'il pozzo di acqua minerale', 'la bocca grande', 'le stufe antiche', dove il terreno diventa molle ed i fanghi raggiungono temperature elevate, sfiorando anche i 250  C, sono delimitate da staccionate in legno. Sono affissi cartelli di pericolo che indicano di non oltrepassare il limite.

Genitori morti nel tentativo di salvare il figlio

La buca in cui è avvenuta la tragedia è recintata e delimitata da segnali di pericolo. In base a quanto accertato al momento ascoltando alcuni testimoni, il ragazzo 11enne forse si è sporto troppo sull'apertura e sarebbe scivolato. Il padre si sarebbe lanciato nel tentativo di soccorrere il figlio, la moglie a sua volta, ha cercato di aiutare entrambi ma tutti e tre sono morti, verosimilmente per le esalazioni venefiche. Questa la ricostruzione degli inquirenti. La famiglia di turisti stava visitando il vulcano senza una guida. 

 

 


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