Il campione, dopo l’operazione per la frattura a tibia e perone della gamba destra riportata in un allenamento di enduro, lascia la struttura in carrozzina. Trasferito in un Centro di riabilitazione. Vuole tornare in pista il prima possibile: In Giappone o già ad Aragon
Valentino Rossi è stato dimesso dall'ospedale di Torrette di Ancona, dov'era ricoverato dopo un intervento per la frattura di tibia e perone. Il campione di motociclismo, che ha passato una notte tranquilla e ha anche mosso i primi passi aiutandosi con delle stampelle, è stato trasferito in un Centro di riabilitazione che resta per il momento top secret. Continuerà ad essere seguito dall'equipe dell'Ortopedia di Ancona, dove tornerà a fare le visite di controllo.
Obiettivo Aragon o Giappone
Nella notte tra giovedì e venerdì, Rossi era stato operato per una frattura scomposta a tibia e perone della gamba destra, riportata durante un allenamento di enduro. La stessa gamba era rimasta ferita nell'incidente al Mugello del 2010. Uscendo dall’ospedale in carrozzina, accompagnato dai suoi familiari, Rossi ha confermato l'obiettivo (già dichiarato al presidente del Coni Giovanni Malagò, che era andato a trovarlo) di tornare a correre il più presto possibile: al Gp del Giappone di metà ottobre, se non ad Aragon a fine settembre. Potrà tornare a correre così presto? “Non ho la sfera di cristallo. Dipende da lui, se se la sente. Ma quando si va in moto non basta schiacciare l'acceleratore, le gambe servono”, ha risposto ai giornalisti il professor Raffaele Pascarella, direttore dell'Unità operativa di Ortopedia e Traumatologia, che ha operato Rossi.
L’incidente e l’operazione
Il motociclista era stato ricoverato all'ospedale di Urbino, poi per sua scelta trasferito ad Ancona, dove è stato operato intorno alle 2 nella notte tra giovedì e venerdì. Nell’intervento, durato circa un’ora e perfettamente riuscito, gli è stato applicato un chiodo endomidollare in titanio che dovrebbe essere tolto non prima di un anno. Una procedura, ha spiegato il professor Pascarella, resa più complessa dalla precedente frattura del 2010: “C'era già una cicatrice, c'erano dei fori all'interno dell'osso. Quando c’è già stata una frattura ci sono zone un po' più deboli”. Ma “sta bene”, aveva assicurato il medico.
I tempi di recupero
Sul recupero, il professor Pascarella aveva detto: “Dipenderà tutto da lui, credo che sicuramente per 30 o 40 giorni dovrà stare a riposo, valuteremo insieme come procedere”. Di certo si sottoporrà a fisioterapia. Rossi, che vuole tornare in sella il prima possibile, dovrebbe saltare le due tappe del Motogp di Misano e Aragon e rientrare in pista per il tris delle gare orientali: Giappone, Australia, Malesia. Improbabile che possa farcela prima, anche se Davide Brivio, oggi team manager della Suzuki e nel 2010 alla Yamaha, ipotizza un ritorno già ad Aragon. Per l'amico di una vita Uccio Salucci, “come minimo salta un Gp, anche se con lui non si sa mai”. “Rammarico? Certo che c'è”, aggiunge riferendosi alla corsa di Rossi nel Mondiale. Giacomo Agostini, invece, osserva che Valentino, “non è più un ragazzo”.