Lavoro, 10 mila caschi in piazza per “costruire” il futuro

Cronaca
Il volantino della manifestazione
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Con il copricapo simbolo, migliaia di lavoratori edili parteciperanno alla manifestazione organizzata a Roma il 3 marzo per chiedere al governo misure contro la crisi che ha causato la perdita di 300 mila posti. Con loro anche Camusso, Bonanni e Angeletti

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(in fondo all'articolo tutti i video sulla riforma del lavoro)

300 mila posti persi negli ultimi tre anni e mezzo. Cassa integrazione aumentata del 126,7% nell’ultimo anno. Investimenti in calo del 24,1% dal 2008 al 2012. Contro questi numeri, che delineano un quadro allarmante, sabato 3 marzo scenderanno in piazza a Roma i lavoratori e le lavoratrici del settore delle costruzioni, uno di più colpiti dalla crisi. Una manifestazione nazionale indetta da Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil per chiedere al governo dei provvedimenti adeguati per contrastare le difficoltà che hanno travolto le aziende del settore. Al loro fianco sfileranno anche i segretari generali confederali Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Il corteo arriva in un momento in cui il tema lavoro è al centro del dibattito politico e pochi giorni dopo il rinvio del tavolo convocato dal governo per discutere con i sindacati la riforma. Serve "qualche giorno di tempo" per individuare "risorse da destinare a sostenere l'auspicata vera e profonda riforma degli ammortizzatori sociali" ha spiegato l'esecutivo.

La protesta dei 10 mila caschi - “In piazza per costruire il futuro”. Questo il nome scelto per il corteo con cui si chiede al governo l’immediata convocazione di un tavolo di crisi. Durante la manifestazione saranno distribuiti oltre 10mila caschetti, gialli, rossi e blu, che uniranno muratori, carpentieri, tecnici e operai specializzati, impiegati, gruisti, cavatori, operai del legno e arredo, degli impianti fissi, del cemento, italiani e stranieri. In testa al corteo, che partirà alle 9,30 del 3 marzo da Bocca della Verità, 100 lavoratori che esporranno altrettanti cartelloni con i ritagli dei giornali locali che racconteranno alcune delle tante, troppe situazioni di crisi, con imprese che chiudono, la cassa integrazione, i licenziamenti, le proteste. 100 storie simbolo delle crisi aziendali che si consumano lontano dai riflettori. Alcune testimonianze sono state già pubblicate on line.

Le storie - Come quella di Massimiliano, operaio edile di terzo livello che lavorava ad un punto verde di qualità per il comune di Roma, licenziato il 16 settembre scorso e oggi in disoccupazione straordinaria. “Ci siamo ritrovati all’improvviso senza lavoro”. E il video termina con uno degli slogan della manifestazione, che riprende i punti principali intorno ai quali ruota il programma del governo Monti: “Equità, rigore e crescita: signor presidente Monti noi siamo d’accordo, e lei?”.

Il video:



Le richieste - In sintesi i lavoratori chiedono al governo: la modifica del sistema pensionistico, un rafforzamento degli ammortizzatori sociali, trasparenza e regolarità del mercato del lavoro, l’inasprimento del contrasto al caporalato, lo sblocco dei pagamenti da parte della Pubblica amministrazione a favore delle imprese edili, la disponibilità dei fondi stanziati dal Cipe, l’avvio di un piano straordinario per il mezzogiorno, la messa in sicurezza del territorio a rischio sismico e idrogeologico, misure per il rilancio dell’edilizia, un’accelerazione della firma dei contratti di II livello, politiche industriali mirate a favorire l’innovazione dei prodotti e dei processi industriali per migliorare la competitività delle imprese.

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