Manifesti anti-magistrati: perquisizioni a Milano

Cronaca
MILANO 15 Apr 2011 - CARTELLONE ELETTORALE CON SCRITTO ' VIA LE BR DALLE PROCURE ' IN PIAZZA 8 NOVEMBRE p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

Agenti della Digos hanno sequestrato alcuni poster e ascoltato diverse persone per risalire ai responsabili dell'affissione. Alfano: "Nessuna giustificazione per chi accosta il lavoro delle procure ai terroristi". Condanna anche dal sindaco Moratti

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I poliziotti della Digos di  Milano, nel corso di indagini coordinate dalla procura del capoluogo lombardo, hanno sequestrato alcuni manifesti con la scritta 'Via le Br dalle procure', a firma della 'Associazione dalla parte della Democrazia'. Inoltre gli agenti hanno ascoltato diverse persone al fine di risalire ai committenti dei manifesti anti-magistrati. Gli inquirenti sono dunque al lavoro per capire chi vi sia dietro i manifesti: l'ipotesi di reato è vilipendio della magistratura.
Dopo aver individuato il tipografo, i poliziotti hanno fatto 'irruzione' in due magazzini di  distribuzione e hanno sequestrato i manifesti con la scritta 'Fuori le Br dalle Procure". "Formalmente - spiega il dirigente della Digos, Bruno Megale - non c'è ancora nessun indagato", ma è un'ipotesi più che probabile che  nelle prossime ore qualcuno verrà iscritto nell'apposito registro.  "Stiamo ancora lavorando", aggiunge, lasciando intuire che presto  potrebbero esserci nuovi sviluppi sul caso. Quattro  dipendenti di alcune società che distribuiscono i manifesti  'contestati' sono stati ascoltati dagli investigatori.

Venerdì, Antonio Palmieri, deputato Pdl e responsabile internet del partito, che attraverso una pagina Facebook chiamata "Il Quaderno Azzurro" aveva condiviso i precedenti slogan comparsi nei cartelloni analoghi agli ultimi al centro del dibattitto (da "Silvio resisti" a "Volete cacciare Berlusconi? Prima vincete le elezioni!") ha ribadito, a Sky.it, di non sapere chi vi sia dietro la campagna.

E anche il sindaco di Milano, Letizia Moratti, si è unita alla condanna dei manifesti, espressa, tra gli altri, dal ministro della Giustizia, Angelino Alfano. "Concordo con il ministro Alfano - ha detto Letizia Moratti - certi manifesti non trovano giustificazioni. Mi auguro che la campagna elettorale si basi sempre di più sulla città, sull'ascolto e sul dialogo".

Nel pomeriggio Alfano aveva stigmatizzato i poster apparsi qualche giorno fa vicino al Palazzo di Giustizia di Milano, dicendo che non può esserci alcuna giustificazione per l'accostamento del lavoro dei magistrati con l'attività  eversiva dei terroristi.

"Mi fa piacere che anche l'attuale sindaco abbia preso posizione contro i deliranti i manifesti apparsi sulle plance elettorali con la scritta 'Via le BR dalle procure'. Noto che, come ho già avuto modo di dire ieri, anche la Moratti chiede di abbassare i toni, per evitare di avvelenare, la campagna elettorale, che invece deve rimanere sui contenuti", il commento del il candidato a sindaco a Milano del centrosinistra, Giuliano Pisapia.

"Occorre fare quanto necessario per individuare i responsabili e i mandanti: dove e da chi sono stati stampati i manifesti? - continua Pisapia - non è il primo manifesto che vediamo apparire firmato da questo gruppo. Appare quindi chiaro che non si tratta di qualche folle, ma di un preciso disegno finalizzato a delegittimare la magistratura e ad avvelenare la campagna elettorale. Frasi simili non possono essere giustificate neppure se ora si vogliono fare passare, dalla stessa associazione, solo come una provocazione".

La presidente del Pd Rosy Bindi sottolinea invece come, nonostante la polemica sui manifesti, il premier Berlusconi non abbia rinunciato a sferrare un nuovo attacco ai pm. "Il nuovo attacco di Berlusconi ai magistrati, suona come l'avallo del premier alla vergognosa campagna di affissione a Milano, realizzata con slogan diversi ma tutti molto aggressivi contro la magistratura - dice Rosy Bindi - proprio perché si inseriscono in questo contesto le parole del presidente del Consiglio sono particolarmente gravi"'.

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