Secondo Legambiente sono 22 i capoluoghi che, nei primi due mesi dell’anno, hanno già superato il limite massimo di giorni consentiti per lo sforamento dei valori di polveri sottili nell’aria. La maglia nera va a Milano, seguita da Torino e Brescia
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Sono 22 i capoluoghi italiani che hanno già superato nei primi due mesi dell'anno il limite massimo di giorni consentiti per lo sforamento dei valori di polveri sottili nell'aria. Lo ha reso noto Legambiente. Secondo l'associazione ambientalista, che ha lanciato la nuova edizione del suo "Treno Verde" per il controllo della qualità dell'aria e del rumore in 9 grandi città, è Milano, con 56 giorni di sforamento, il capoluogo più inquinato dalle cosiddette Pm10. A seguire, Torino, con 54 giorni, e Brescia, 51. "Nelle prime posizioni troviamo molte città dell'area padana: 8 addirittura nei primi 10 posti e 18 tra le 22 che già oggi hanno sforato il limite di legge", dice un comunicato di Legambiente.
"Ma anche al centro-sud il quadro si presenta abbastanza critico con Frosinone che ha già superato di 48 giorni il limite consentito, seguita da Napoli e Pescara che hanno raggiunto i 36". Nel 2010 48 province italiane hanno superato i limiti di concentrazione delle Pm10 oltre i limiti previsti dalla legge, con il record dei 134 giorni di Torino. In generale, l'anno scorso, 21 città hanno registrato 70 giorni fuori limite, cioè il doppio ammesso dalla normativa.
Il 24 novembre scorso l'Italia - insieme ad altri tre paesi - è stata deferita dalla Commissione europea alla Corte di Giustizia Ue per il mancato rispetto delle nome comunitarie che fissano i valori limite della qualità dell'aria, come previsto da una direttiva del 2008. Secondo Bruxelles, l'Italia non ha "ancora affrontato in modo efficace il problema delle emissioni eccessive per l'inquinante atmosferico particolato fine, o Pm10".
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Il 24 novembre scorso l'Italia - insieme ad altri tre paesi - è stata deferita dalla Commissione europea alla Corte di Giustizia Ue per il mancato rispetto delle nome comunitarie che fissano i valori limite della qualità dell'aria, come previsto da una direttiva del 2008. Secondo Bruxelles, l'Italia non ha "ancora affrontato in modo efficace il problema delle emissioni eccessive per l'inquinante atmosferico particolato fine, o Pm10".