Un ex coordinatore infermieristico del 118 capoluogo emiliano è finito agli arresti domiciliari con l'accusa di aver somministrato ansiolitici ai suoi colleghi, facendoli stare male. L'uomo dovrà rispondere di atti persecutori e lesioni personali aggravate
Un infermiere di Bologna è stato arrestato e posto ai domiciliari con l'accusa di aver somministrato ansiolitici ai suoi colleghi di lavoro senza il loro consenso. Le vittime, dopo aver ingerito le bevande contaminate, hanno sofferto di sonnolenza prolungata, mal di testa e altri sintomi gravi. L'indagine è partita da una segnalazione del Dipartimento di Sanità Pubblica della ASL di Bologna, che ha registrato numerosi casi di malessere tra gli operatori della Centrale Operativa del 118. I sintomi includevano sonnolenza, disturbi dell'equilibrio, stanchezza, mal di testa e difficoltà di eloquio. In alcuni casi, gli operatori sono stati persino ricoverati in ospedale.
Le analisi e la scoperta del colpevole
Gli esami del sangue di uno dei soggetti intossicati hanno rivelato la presenza di clotiapina, un antipsicotico, che la vittima non aveva mai assunto volontariamente. Le indagini hanno poi portato all'identificazione dell'infermiere, che si trovava spesso presente durante gli episodi di malessere. Inoltre, è stato scoperto che l'infermiere aveva accesso illegittimo a un medicinale ansiolitico, il cui principio attivo è stato trovato nei campioni biologici di uno dei colleghi intossicati.
Le bugie dell'infermiere
Nel tentativo di sfuggire alla giustizia, l'infermiere ha cercato di depistare gli investigatori con diverse bugie. Ha simulato un'autointossicazione con un farmaco benzodiazepinico, ha inviato una lettera anonima per far credere che fosse vittima di rancore e ha denunciato un'aggressione da parte di due sconosciuti. Tuttavia, le sue menzogne non hanno avuto successo e l'uomo è stato arrestato e dovrà rispondere di atti persecutori e lesioni personali aggravate.