Consulta: "Offensivo ritenere parziali i giudici"

Cronaca
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Così il presidente Ugo De Siervo si riferisce a chi sostiene che i 15 membri della Corte Costituzionale "giudicherebbero sulla base di loro asserite appartenenze politiche". E aggiunge: "C'è una diffusione di interventi legislativi parziali"

E' "denigratorio per la Corte Costituzionale e gravemente offensivo" continuare a sostenere che i 15 giudici della Consulta "giudicherebbero sulla base di loro asserite appartenenze politiche". Lo ha detto il presidente della Corte, Ugo De Siervo, nel corso dell'annuale conferenza stampa. La difesa arriva dopo le critiche piovute a gennaio sulla decisione della corte di bocciare parte del lodo Alfano. Ma arriva anche il giorno dopo l'ennesimo attacco del presidente del Consiglio alla magistratura culminato nell'annuncio di un'azione legale: "Farò causa allo Stato", ha detto Silvio Berlusconi mercoledì 9 durante una conferenza stampa.

"La più larga libertà di confronto fra tutti i giudici e l'integrale collegialità delle determinazioni" - sottolinea De Siervo - fanno sì che "le decisioni che vengono infine adottate (all'unanimità o con maggioranze che sono di volta in volta diverse) rappresentano il punto di arrivo di un organo sicuramente imparziale".

De Siervo passa poi all'attacco. "C'è una notevole diffusione di interventi legislativi parziali, se non provvisori". E punta il dito contro la "accentuata difficoltà che si verifica ormai da molti anni nel sistema di produzione delle fonti normative".

Nel corso della conferenza il presidente della Consulta ricorda che i "giudici costituzionali sono appositamente scelti da organi diversi, fra i più rappresentativi delle nostre istituzioni (Presidente della Repubblica, Parlamento, supreme magistrature), ed entro categorie professionali particolarmente qualificate, in modo da garantire (per quanto possono le norme giuridiche) la loro più larga indipendenza di giudizio".

Inoltre - aggiunge - i giudici "entrano in carica dopo aver giurato di osservare la Costituzione e le leggi". Gli "ampi poteri" della Consulta sono in linea con la realtà del resto d'Europa: "Dovrebbe essere ormai ben noto - fa notare De Siervo - che nelle Costituzioni democratiche contemporanee viene pressoché costantemente previsto un organo del genere, al fine di tutelare il primato effettivo della Costituzione, attraverso quanto meno la possibilità di giudicare sulla conformità delle leggi al contenuto delle Costituzioni e sul rispetto da parte degli organi di vertice degli Stati delle norme costituzionali che ne delimitano le rispettive attribuzioni".

"In un contesto difficile, ma nel quale opportunamente si celebrano i centocinquant' anni di vita unitaria del nostro Stato, posso garantire che la Corte cercherà di continuare a dare" il proprio "concreto contributo all'unità sostanziale del nostro Paese".

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