Lo sfogo del conduttore di Annozero in diretta contro politici, vertici della tv e direttori dei giornali: “Trent'anni di battaglie non si cancellano, il mio pubblico saprà capire. Se volete, cacciatemi dalla Rai”. GUARDA L'INTERVENTO INTEGRALE
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"Gli unici che possono parlare sono gli spettatori. Un programma come il nostro non crea un movimento o un partito politico, ma una comunità in cui si innescano dialoghi. La televisione non è un frigo, ma qualcosa che ci serve per interpretare la realtà. Per questo, se un programma ci viene portato via, lo spettatore si incazza". Con queste parole Michele Santoro ha introdotto la puntata di questa sera di Annozero, dopo il divorzio annunciato dalla tv pubblica.
"Possiamo sopportare tutto, ma non di essere criticati da Vespa su questioni di contratti - ha continuato Santoro - L'editto bulgaro non è stato mai rimosso, noi tutti siamo rimasti congelati per tanto tempo e siamo tornati in onda solo per una sentenza della magistratura, e poi una sentenza di appello che ha confermato la prima. Nonostante ciò i partiti di destra e di sinistra non hanno mai voluto prendere atto di questa sentenza, e quindi hanno fatto sempre ricorso. Nel frattempo noi siamo andati sempre in onda, e per quattro stagioni, e la Rai ha realizzato grandi profitti che l'azienda ha incassato. Mentre la Rai incassava, cosa succedeva? Contratti bloccati, punizioni, minaccia di punizioni, condizionamenti".
"Quale giornalista avrebbe messo in onda Patrizia D'Addario - insiste il conduttore di Annozero - con sul tavolo una diffida dell'ufficio legale della Rai che dava la colpa a me per qualsiasi cosa sarebbe successa? Quando Curzio Maltese dice che mi sono arreso a Berlusconi, io trasecolo. Dov'era Repubblica quando venivamo sanzionati dall'Authority, o quando ci sono stati vietati i docudrama? Cari direttori, rispondete a questa domanda: se non fossero uscite le intercettazioni dell'inchiesta di Trani, cosa avreste scritto davanti alla sanzione da 90 milioni di euro su Annozero? Avreste scritto che è meglio che Annozero non andasse più in onda, perché non è degno di un paese civile. Presidente Zavoli, lei non dovrebbe usare la parola “morale” con me, specialmente dopo quella decisione della Commissione di Vigilanza Rai che ha chiuso Annozero per un mese. Prima di parlare della mia liquidazione, sarebbe giusto che voi vi pronunciaste su questa domanda: Annozero è una trasmissione scomoda o è una risorsa per la Rai?".
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"Gli unici che possono parlare sono gli spettatori. Un programma come il nostro non crea un movimento o un partito politico, ma una comunità in cui si innescano dialoghi. La televisione non è un frigo, ma qualcosa che ci serve per interpretare la realtà. Per questo, se un programma ci viene portato via, lo spettatore si incazza". Con queste parole Michele Santoro ha introdotto la puntata di questa sera di Annozero, dopo il divorzio annunciato dalla tv pubblica.
"Possiamo sopportare tutto, ma non di essere criticati da Vespa su questioni di contratti - ha continuato Santoro - L'editto bulgaro non è stato mai rimosso, noi tutti siamo rimasti congelati per tanto tempo e siamo tornati in onda solo per una sentenza della magistratura, e poi una sentenza di appello che ha confermato la prima. Nonostante ciò i partiti di destra e di sinistra non hanno mai voluto prendere atto di questa sentenza, e quindi hanno fatto sempre ricorso. Nel frattempo noi siamo andati sempre in onda, e per quattro stagioni, e la Rai ha realizzato grandi profitti che l'azienda ha incassato. Mentre la Rai incassava, cosa succedeva? Contratti bloccati, punizioni, minaccia di punizioni, condizionamenti".
"Quale giornalista avrebbe messo in onda Patrizia D'Addario - insiste il conduttore di Annozero - con sul tavolo una diffida dell'ufficio legale della Rai che dava la colpa a me per qualsiasi cosa sarebbe successa? Quando Curzio Maltese dice che mi sono arreso a Berlusconi, io trasecolo. Dov'era Repubblica quando venivamo sanzionati dall'Authority, o quando ci sono stati vietati i docudrama? Cari direttori, rispondete a questa domanda: se non fossero uscite le intercettazioni dell'inchiesta di Trani, cosa avreste scritto davanti alla sanzione da 90 milioni di euro su Annozero? Avreste scritto che è meglio che Annozero non andasse più in onda, perché non è degno di un paese civile. Presidente Zavoli, lei non dovrebbe usare la parola “morale” con me, specialmente dopo quella decisione della Commissione di Vigilanza Rai che ha chiuso Annozero per un mese. Prima di parlare della mia liquidazione, sarebbe giusto che voi vi pronunciaste su questa domanda: Annozero è una trasmissione scomoda o è una risorsa per la Rai?".
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