Processo Mediaset: la procura ricorre alla Consulta
CronacaDopo la legge sul legittimo impedimento, il tribunale di Milano, dove si svolge il processo a carico di Silvio Berlusconi, ha trasmetto alla Corte Costituzionale gli atti
I giudici della prima sezione penale del Tribunale di Milano hanno trasmesso alla Consulta gli atti del processo per i diritti televisivi di Mediaset. Il processo è sospeso per tutti gli imputati. Secondo i giudici la legge sul legittimo impedimento doveva essere varata con iter costituzionale. Secondo i giudici la legge sul legittimo impedimento "per la sua ampiezza e indeterminatezza", introduce "una presunzione assoluta di impedimento genericamente collegata allo svolgimento di funzioni governative da parte dei soggetti indicati". Questo fa "venire meno per il giudice qualsiasi possibilita' di accertare la sussistenza in concreto dell'impedimento a comparire dell'imputato, inteso come assoluta impossibilita' legata a un fatto contingente e non gia' a uno status permanente". L'interpretazione proposta dal pm Fabio De Pasquale, secondo il quale spettava al Giudice valutare l'assolutezza o meno dell'impossibilita' a comparire, "non può pertanto essere condivisa". Da qui la decisione di sospendere il processo, mentre il pm chiedeva proseguisse, e di trasmettere gli atti alla Consulta.
Nicolò Ghedini, avvocato del premier, parla di decisione scontata. Il legale oltre a ribadire che "non si vuole applicare una legge" ha aggiunto: "Il nostro obiettivo era fare il processo e ottenere un'assoluzione perche' il fatto non sussiste. Speravamo che ci fosse consentito di fare il processo con i tempi e i modi previsti considerati gli impegni e la carica che riveste il presidente Berlusconi, ma qui a Milano i processi non ce li lasciano fare". Si dice tranquillo il ministro di Grazia e Giustizia Angelino Alfano "Attendiamo serenamente il giudizio della Corte costituzionale".
Nicolò Ghedini, avvocato del premier, parla di decisione scontata. Il legale oltre a ribadire che "non si vuole applicare una legge" ha aggiunto: "Il nostro obiettivo era fare il processo e ottenere un'assoluzione perche' il fatto non sussiste. Speravamo che ci fosse consentito di fare il processo con i tempi e i modi previsti considerati gli impegni e la carica che riveste il presidente Berlusconi, ma qui a Milano i processi non ce li lasciano fare". Si dice tranquillo il ministro di Grazia e Giustizia Angelino Alfano "Attendiamo serenamente il giudizio della Corte costituzionale".