Presidente: difficoltà su accreditamenti e blocco contenziosi
(ANSA) - CATANZARO, 15 MAR - "C'è un aspetto in materia di sanità in Calabria che riguarda il contenzioso legato all'inerzia da parte dell'Ufficio del commissario per la sanità, passato in capo al presidente della Regione, nelle decisioni su istanze che vengono presentate, ad esempio, da strutture private che vogliono accreditarsi. E quando tutto questo si protrae l'interessato si rivolge alla giustizia amministrativa perché venga dichiarata l''illegittimità di queste inerzie". Lo ha detto Giancarlo Pennetti, presidente del Tribunale amministrativo regionale della Calabria, incontrando i giornalisti in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2022. Alla cerimonia ha presenziato, tra gli altri, il presidente del Consiglio di Stato Franco Frattini. "Purtroppo, problemi organizzativi dell'ufficio commissariale assieme ad un certo scollamento rispetto agli uffici amministrativi del Dipartimento della Regione - ha aggiunto il presidente Pennetti - impediscono o rendono difficoltosa la definizione di queste istanze e, a quel punto, chi è interessato si rivolge a noi perché venga dichiarata l'illegittimità di queste inerzie. La decisione su queste controversie può essere anche negativa ma l'inerzia conduce spesso alla condanna delle amministrazioni e al pagamento delle spese. E quando arriva il provvedimento finale è sempre un po' tardi perché ormai il danno si è creato. Adess, però, la catena decisionale si è accorciata, il commissario è il presidente della Regione Roberto Occhiuto e probabilmente la decisione del governo di investire direttamente il presidente come commissario al Piano di rientro è una cosa positiva".
"C'è poi anche il problema - ha aggiunto Pennetti - delle azioni esecutive promosse da creditori, imprenditori o comuni cittadini, che vantano crediti accertati ed esecutivo da enti del Servizio sanitario. E' un problema questo con cui ci si è confrontati durante la pandemia, perché ci fu una norma che ha bloccato queste azioni esecutive, poi caduta perché il Tar di Reggio Calabria sollevò dubbi di costituzionalità.
Successivamente ne è stata fatta un'altra, riferita solo alla Calabria, che porta il blocco addirittura sino al 2025". (ANSA).