Operazione della Gdf nel Vibonese, sequestrati beni
(ANSA) - CATANZARO, 28 GEN - La Guardia di finanza di Vibo Valentia ha denunciato a vario titolo cinque persone nell'ambito di una inchiesta coordinata dalla Procura vibonese. I reati ipotizzati sono dichiarazione fraudolenta mediante l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e emissione di fatture per operazioni inesistenti. Sequestrati beni per 844 mila euro. Tra le persone coinvolte c'è anche il deputato del M5s, Riccardo Tucci. A rendere nota la circostanza che lo riguarda è stato lo stesso parlamentare pentastellato."La Guardia di Finanza di Vibo Valentia, stamattina - ha dichiarato Tucci - mi ha notificato un decreto di sequestro preventivo di beni, per un procedimento penale a carico dell'azienda e del relativo titolare per cui lavoravo. I fatti contestati sono precedenti all'inizio della mia attività politica. Ho già avvisato di quanto successo i vertici del MoVimento 5 Stelle, il comitato di garanzia e il collegio dei probiviri. Ho piena fiducia nella magistratura e sono sicuro di poter dimostrare la mia totale estraneità ai fatti contestati".
Al principale indagato, rappresentante legale di una società operante nel settore della installazione di impianti di telecomunicazione ed elettronici, invece, è stato imposto il divieto di esercitare l'attività imprenditoriale per un anno. Secondo gli accertamenti le persone denunciate avrebbero presentato per le annualità dal 2011 al 2018 dichiarazioni dei redditi fraudolente. Le indagini, eseguite dal Nucleo di polizia economico-finanziaria hanno infatti portato alla luce una presunta frode fiscale basata su un complesso meccanismo di frode volto a consentire l'evasione delle imposte sui redditi e sul valore aggiunto mediante l'emissione di fatture per operazioni inesistenti emesse da imprese qualificabili come "cartiere", create dal rappresentante legale della società sottoposta a verifica. L'attività di servizio ha consentito di accertare l'emissione di fatture per operazioni inesistenti per un importo di oltre 3 milioni di euro e l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per un importo di 3 milioni di euro.
Dagli accertamenti svolti, è emersa l'esistenza di un'unica realtà imprenditoriale costituita da sei soggetti economici: due srl, altrettante cooperative, una ditta individuale e una società estera con sede in Romania, tutte riconducibili all'ideatore del presunto sistema illecito, che ha consentito alla società oggetto di verifica di realizzare, indebitamente, una maggiore deduzione di costi e detrazione di imposte. La falsa fatturazione delle prestazioni di servizio, da parte di imprese terze, ha permesso alla società verificata e alla ditta individuale di dedurre ai fini delle imposte sui redditi e dell'Irap, l'imponibile delle fatture emesse dalle cooperative, detrarre ai fini dell'Iva, l'imposta relativa alle suddette fatture e aumentare i costi al fine di ridurre il reddito fiscale da sottoporre a tassazione.
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